La destra si sta liberando di tutti gli ostacoli intellettuali all’abbattimento dei poteri che non le appartengono. La sinistra sembra rispondere con lo stupore di chi si scandalizza per l’attacco ai principali tabù che riteneva intoccabili. La destra sa che il paese è disattento, preoccupato da questioni più urgenti.
Ma una politica coerentemente di destra va presa in considerazione seriamente. Le sue conseguenze sono vantaggiose solo per una parte. I ceti esclusi dal potere non ne traggono vantaggio e se l’appoggiano lo fanno soprattutto per mancanza di speranze alternative: meglio un’ideologia gratificante oggi che un programma serio domani (specialmente se il programma serio alternativo a quello della destra non si vede all’orizzonte). Se la sinistra vuole farsi notare e farsi prendere in considerazione deve fare emergere una capacità di innovazione orientata a valorizzare le capacità di chi lavora, di chi non appoggia la sua forza sul potere ma sulle capacità, di chi crede nella cittadinanza e nello stato di diritto, di chi dà valore al pubblico e non solo al privato, di chi crede che la felicità di ognuno dipenda almeno un po’ anche da quella degli altri…
La serie di misure che la destra sta decidendo è frutto di un programma coerente. Non prende in considerazione le conseguenze. Ma solo le tappe di una demolizione anche ragionevole di alcuni blocchi all’innovazione legati a sistemi di diritti che erano diventati sistemi di potere, appoggiati a tabù. Ma i tabù non sono difese solide per la cittadinanza.
Scorriamo la Repubblica di oggi:
1. Lo sciopero virtuale, lo sciopero che si fa solo se il 50% dei lavoratori è d’accordo… Appellarsi ai tabù non è la risposta.
2. Le ronde con lo sponsor, la privatizzazione della sicurezza, sono un pericolo pubblico, possono degenerare. Non si fermano scandalizzandosi.
3. Il nucleare deciso senza tener conto in modo serio delle energie alternative, dello smaltimento delle scorie, delle reazioni delle popolazioni locali, è un fatto affaristico-ideologico più che un’ìinnovazione nel sistema dell’energia. Ma non si ferma pensando che il referendum valga per l’eternità.
4. Il blocco alle intercettazioni e alla loro pubblicazione con la minaccia della galera per i giornalisti non è un fatto solo privato degli intercettati arrabbiati. Ha conseguenze sul sistema della giustizia e dell’informazione. Non si ferma lanciando alti lamenti.
5. La questione del testamento biologico non può essere decisa da uno stato straniero e imposta all’Italia. Ma non si affronta senza una profonda riflessione, umanamente responsabile.
La sinistra non difende la cittadinanza e un modello sociale soltanto dicendo che quello che fa la destra è scandaloso e infrange tabù intoccabili. Occorre cominciare a costruire un modello innovativo di convivenza. Che a sua volta infranga dei tabù. (La storia di questi giorni ha infranto il tabù del capitalismo finanziario come decisore ultimo di ogni scelta economica, ma non ha costruito una nuova credibilità dello stato). Il pensiero del pubblico, nel senso del pensiero di ciò che è di tutti, non emerge dal dibattito. Ci sono innovazioni che possono essere fatte, per esempio, a favore della cooperazione, della solidarietà e del non profit che possono diventare la bandiera un un nuovo modello sociale ed economico. Possibile che nessuno racconti una storia alternativa a quella della destra e che si presenti coerente e innovativa?
La difesa dei tabù non è un racconto di innovazione, ma di conservazione. Se la sinistra si ferma alla conservazione, tradisce sé stessa.
E’ il momento di prendere coraggio. Di coltivare una maggiore libertà intellettuale. Di cominciare a raccontare un progetto nuovo e alternativo a quello dilagante della destra. Non è facile. Ci vorrà molta pazienza. Molta resistenza.
No opposizione, no alternativa, no mediazione.
Da come si stanno mettendo le cose prima di avere un’opposizione seria, capace di proporre un’alternativa… seria, un paio di centrali saranno già finite.
Daccordo su tutta la linea… e adesso che si fa?
Mannaggia quanto hai ragione.
La penso anche io così. Il punto è che un Paese cresce solo se c’è confronto. Cosa fare veramente? Mi tocca solo dover emigrare in Spagna ed in Francia?
Proprio ieri sera, con alcuni amici, riflettavamo sulle numerose iniziative messe in campo da questo governo.
Dalla sinistra, in questi mesi come negli anni scorsi, prevalgono sempre le polemiche che portano a immobilismo e fallimento di iniziative, governi e partiti!!
Chiudere poi con la parola resistenza… NO COMMENT!
Tutto vero. Ci sarebbe un gran bisogno di parte costruente.
Solo che- almeno a livello di rappresentanza istituzionale- la sinistra non sembra avere alcuna possibilità di arrivare a proporre un modello (o anche solo una serie di proposte) alternative.
E per un motivo molto semplice. Perché non sa neppure che faccia abbiano molti dei suoi elettori- penso in particolare ai lavoratori senza tutele (milioni) che in passato l’hanno gratificata del proprio voto.
Da qui la perplessita. Se tu non sai che faccia ha- e come campa la giornata- il tuo compagno di strada, come riuscirai a fargli delle proposte?
Veltroni quando si è dimesso ha detto: «Lo sforzo che ho cercato di fare è di passare da una sinistra salottiera, giustizialista, pessimista e sostanzialmente conservatrice a un centrosinistra che fosse non giustizialista ma legato al valore della legalità come un valore assoluto in ogni campo della vita pubblica».
Pessimista e conservatrice. Ecco, secondo me, perché il centrosinistra (e di conseguenza l’Italia) sono messi male: perché sono conservatori anche quelli che dovrebbero essere progressisti. E lo sono a tal punto da far fuori chi mette in discussione questa loro caratteristica.
Sono molto d’accordo quando dici:
“Possibile che nessuno racconti una storia alternativa a quella della destra e che si presenti coerente e innovativa?”
La sinistra non riesce a raccontare in modo suggestivo che esistono altre possibilità e che non uno, ma infiniti altri mondi sono possibili.
Ma raccontare richiede immedesimazione nel lettore/spettatore: forse è questo che manca.
Stefano
“Se la sinistra vuole farsi notare e farsi prendere in considerazione deve fare emergere una capacità di innovazione orientata a valorizzare le capacità di chi lavora, di chi non appoggia la sua forza sul potere ma sulle capacità, di chi crede nella cittadinanza e nello stato di diritto, di chi dà valore al pubblico e non solo al privato, di chi crede che la felicità di ognuno dipenda almeno un po’ anche da quella degli altri…”
Mai una volta che lo abbia fatto negli ultimi dieci anni. Perchè dovrebbe cominciare ora ?