Partecipando alla giuria del Premio letterario Galileo per la Divulgazione Scientifica ci si rende conto che la parola importante è “letterario” e la parola ambigua è “divulgazione”. La divulgazione è inevitabilmente un concetto che pur partendo da un’esigenza di inclusività sconfina nel parternalistico, suggerendo etimologicamente che l’élite spiega al “volgo” quello che dovrebbe sapere della scienza. La letteratura invece è una strumentazione per una vera e propria ricerca ma non è riservata ai soli specialisti perché è fondamentalmente universale: in questo senso consente di connettere alla ricerca scientifica non attraverso la comunicazione dei risultati ma suggerendo soprattutto un coinvolgente percorso di avvicinamento ai risultati. Imho.
Alla fine della discussione i cinque finalisti sono:
Pietro Greco (a cura di), Fisica per la pace, Carocci
Sandra Savaglio, Tutto l’universo per chi ha poco spazio tempo, Mondadori
Peter Wadhams, Addio ai ghiacci, Bollati Boringhieri
Roberto Defez, Scoperta. Come la ricerca scientifica può aiutare a cambiare l’Italia, Codice
Cristina Cattaneo, Naufraghi senza volto, Raffaello Cortina
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