Esperienza filter bubble ieri al convegno sui rapporti tra tv e internet con i rappresentanti dei broadcaster italiani. Linguaggi e interessi diversi. La convergenza sarà forse tecnologica ma non è ancora culturale. Le preoccupazioni della Rai erano relative all’organizzazione interna, anche se Antonio Marano ha parlato a lungo delle iniziative della sua azienda nel mondo della rete. Gina Nieri di Mediaset ha fatto notare che i minuti passati alla tv sono ancora di un ordine di grandezza superiori ai minuti passati sui social network. E che il tema è avere una rete che rispetti il diritto d’autore. Laura Cioli di Sky ha dimostrato di comprendere il ruolo che la sua azienda può giocare per fertilizzare il mercato delle piccole e grandi aziende creative italiane. E Gianni Stella de la7 si è palesemente frenato dicendo che la sua azienda è concentrata sul risanamento del bilancio, quasi ultimato. Ha peraltro sottolineato l’inadeguatezza dell’auditel.
28/02/2012 09:53
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Tv e web: esperienza filter bubble
28/02/2012 09:53
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Sono mancati accenni visionari e ce ne sarebbe stato forse il motivo vista la grande trasformazione attraversata dal sistema dei media. Ma forse è dipeso dall’intervistatore, che probabilmente vive in una diversa filter bubble. Imperdonabile.
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Luca De Biase
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Nel termine “ancora” (per poco?) e nella preoccupazione monodirezionale per i diritto d’autore mi sembra che ci siano buona parte dei motivi per cui la tv tradizionale sta perdendo audience e attenzione
Concordo! Anche se i motivi del calo della TV italiana sono diversi, e non solo riguardano la tecnologia, che senz’altro è uno degli aspetti rilevanti…
Thomas