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Alain de Botton. La vita migliora con la filosofia

«Alain de Botton fa filosofia con una differenza. La differenza è che scrive di cose cui la gente è effettivamente interessata» dice Chris Anderson a Ted.

Dice de Botton. Ateismo? Se ne è parlato molto. Ma è ovvio che non esiste un dio. Il problema è che cosa fanno le persone che amano il Natale, i riti, le cose belle connesse alla religione. Che cosa possono fare queste persone per non essere lasciate nelle mani dei riti basati su Cnn e Wal-Mart?»
«Consolazione viene da cultura. Educazione è decisiva. Ma chi la produce non sembra consapevole del fatto che la cultura è consolante e aiuta. Abbiamo bisogno di didattica, apprendimento, insegnamento. Non siamo solo indipendenti, razionali, individuali persone. Abbiamo bisogno di sermoni: moralità, consolazione, guida».
E poi c’è la questione del metodo. «Ripetere quello che impariamo. La religione lo sa. L’educazione istituzionale non lo sa. Invece il cervello ha bisogno di ripetere tante volte, ripensare quello che sa e i sermoni che ha imparato. E poi c’è il tempo: abbiamo bisogno di un calendario che si connette alla nostra vita e alla cultura che ci consola. I riti sono necessari. Le preghiere sono necessarie. Anche se i contenuti non sono religiosi ma semplicemente culturali. Infine, l’arte oratoria: dire le cose in modo che siano convincenti. Il coro, gli amen, i sistemi di gestione del consenso e dei segni del consenso».
«E il giudizio sul bene e il male? Sul bello e il brutto? La religione insegna molto bene questo genere di pensieri. Che a loro volta consolano. Lo può fare anche l’arte. L’arte è cultura che insegna a distinguere il bello e il brutto. E può risolvere la mancanza di religione rispondendo la bisogno di consapevolezza della qualità».
«Anche se non credi in nulla, la religione insegna molto. E anche se cambi il contenuto, il metodo della religione per diffondere idee, sensibilità, giudizi. La religione è troppo importante per essere abbandonata ai religiosi».

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  • Ecco, quella di Anderson è una di quelle sciocchezze da scrivere sul proprio diario come memento. E che mostra in trasparenza la distanza abissale (cultural-geografica) tra un mondo e un altro.
    (Senza star troppo a dire se quella di Alain De Botton sia filosofia o meno).
    (E senza starsi a chiedere se proprio speaker come questi non facciano perdere un po’ dell’aura sacrale innovativo-avanguardistica di TED).

  • la religione é una malattia infantile dell´umanita´(arthur Clarke)
    la fede é una malattia dell´intelletto, la preghiera una malattia della volontá (samuel Johnson ?) –

  • Cecilia: Quel corpo e8 un simbolo per i terrsrioti e distruggere un simbolo e8 una strategia che in guerra rende molto Gli antichi romani, che se ne intendevano di guerra e simboli molto pif9 deglli attuali americani, non si sognavano nemmeno di assassinare (dichiaratamente) i capi nemici o di esporre corpi irriconoscibli al pubblico ludibrio. Preferivano esibirli alla parata del trionfo rivestititi di tutti i loro ornamenti e in perfetta forma (poi li strozzavano in silenzio e in separata sede). Non si distrugge un simbolo esibendo un significante diverso dall’ originale o, peggio, cercando di imporre un diverso significato. In questo modo si rischia di creare addirittura un mito.

Luca De Biase

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