Contro le muraglie che rischiano di dividere il web, abolendone la tradizionale apertura e frenandone la straordinaria innovatività, non vincono le posizioni integraliste, ma quelle che riescono a dimostrare come la qualità culturale, economica e pratica di un ecosistema ricco di diversità è più elevata di quella che si determina in un mondo fatto di piccoli giardinetti chiusi.
Lo standard pubblico aperto e neutrale è la sola garanzia per una struttura talmente innovativa che può continuamente generare soluzioni ai problemi che incontra, oltre che dare spazio a grandi visioni e concorrenziali implementazioni. All’interno di un mondo così aperto, non c’è nulla di male che qualcuno scelga di ritagliarsi dei mondi chiusi. Perché accanto a questi ci sarà sempre la possiblità di svilupparne altri più aperti.
Segnalo in argomento un ottimo pezzo di Frederic Filloux: http://www.mondaynote.com/2010/05/02/balkanizing-the-web/
Sono d’accordo, a proposito di posizioni non integraliste: http://bit.ly/aAotCj