Buona festa dei lavoratori. Nella speranza che si veda che i lavoratori sono persone. E che tutte le persone lavorano. In condizioni diverse, per un salario o per una soddisfazione, per un bisogno o per un fine, per un dovere o per un piacere. Nella speranza che tutte queste motivazioni si possano riunire. E la dignità di tutte le persone non venga travolta dalla limitata visione di qualcuno.
La fatica di festeggiare la fatica
La fatica di festeggiare la fatica si supera se si vede il lavoro come una dimensione della vita. Se non è il sacrificio che le persone devono subire per poter consumare. Se non è la chimera che non si trova e che si aspetta. Se non è il punto di domanda dei giovani. E se non è sfruttamento di illusioni. Se è preso sul serio quando lo merita. Se si impara a essere grati del proprio e dell’altrui lavoro: riscoprendone il sapore.
Oggi è una festa di tutti. Se smettiamo di aggregare le persone per un ruolo economico deciso da una filosofia vecchia. I lavoratori, i consumatori, i risparmiatori, i telespettatori… E’ ora di smettere di farci a fette in base a una posizione nel sistema. E riconsiderare il sistema in base al fatto che è un insieme di persone, prima di tutto.
Se c’è bisogno di lottare per affermare una idea di lavoro più umana, vale la pena di farlo. Ma intanto, festeggiamo.
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