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Ingiusta legge ma legge

Il papa conosce una legge superiore a quella dello stato italiano. E invita a rifiutare la legge dello stato italiano quando è ingiusta, cioè in contrasto con la sua legge superiore.

Il problema è che definire ciò che è “giusto” soprattutto quando è in contrasto con una legge esistente è del tutto legittimo se prelude a una richiesta di modifica legislativa. Se invece prelude a un insieme di azioni che sono in contrasto con la legge diventa piuttosto pericoloso.

L’Italia è già piena di gente che fa quello che ritiene giusto, anche in contrasto con la legge. Mentre abbiamo poca gente che riesce a cambiare la legge in modo legale per renderla più “giusta”.

Il percorso legale di cambiamento delle leggi è necessario perché quando ci sono diverse opinioni su ciò che è giusto si cerca di indirizzare la discussione in modo pacifico per arrivare a una decisione accettata da tutti. Se invece si va avanti a spallate vince il più forte, non si coltiva la pace e non si arriva a una nuova normativa dotata di consenso generale. Il che non fa che generare altri tentativi di spallata.

Con le prime prese di posizione di alcuni vincitori delle recenti elezioni, il discorso del papa sembra essere il lancio di un’agenda di trasformazione del sistema italiano. Ma non sarà semplice mettere insieme le molte immagini di futuro emergenti: chi vuole la restaurazione degli antichi poteri superiori a ogni legge, chi vuole la banalizzazione morale della democrazia generalista televisiva commerciale e chi vuole un recupero della forza barbarica e localistica dei popoli che pensano di vivere in un territorio assediato dagli stranieri.

D’altra parte se la legge è percepita come la burocratica gestione del privilegio, prima o poi viene negata e abbattuta. E in effetti, sono decenni che l’Italia è stretta da privilegi burocratici e spallate ideologico-affaristiche. E quello che sta accadendo sembra indicare che continueremo.

La ragione, il diritto, la pacifica convivenza, però hanno una chance. Nella discussione razionale, legale, pacifica che una parte della società sta cercando di coltivare con i nuovi mezzi della rete globale e delle nuove aggregazioni che le persone cercano intorno ai loro problemi quotidiani, ai loro sogni, alla loro disponibilità a collaborare per progetti comuni. I pensieri oscuri non sono i soli che emergono in questo periodo storico. Il pragmatismo fiducioso di Hans Magnus Enzensberger aiuta a
negare la possibilità del totalitarismo perché i punti di vista
individuali e le possibili azioni diversive sono talmente elevati da impedire di fatto a qualunque aspirazione autoritaria di diventare totalitaria. La ragione della cooperazione intorno a progetti comuni e in base a comportamenti regolati da norme legittime è un territorio culturale e sociale di sviluppo che a livello europeo offre molte più probabilità di sviluppo di quelle che si palesano in un contesto dominato dalla paura.

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  • Devi capirlo, il Papa non è un islamico. Ammette una legge profana, la legge superiore è morale, quindi attiene alle azioni dei singoli e porta a cambiare la legge profana quando in contrasto. Punta a creare una costituency che modifichi la 194. Non a infrangerla. Sono altri quelli che cercano di aggirare la 194, per esempio sull’obbligo del ricovero. Non vedi le reazioni scomposte al fatto che la somministrazione della Ru486 deve avvenire nel corso di un ricovero continuato ? E’ evidente che l’obiettivo era di svuotare la 194 e privatizzare l’aborto. Anche il day hospital (che è ridicolo perchè non tiene conto di come funziona la Ru486, mica è immediato l’effetto) era un tentativo in quel senso. Paradossalmente, in base a considerazioni puramente mediche, il day hospital potrebbe andare bene in caso di aborto chirugico, non di quello chimico.
    Mi piacerebbe capire perchè si vuole de-medicalizzare l’aborto e invece si vuole medicalizzare il parto. Tu hai idee ?

  • Il papa è libero di pronunciarsi quando le prolusioni dettano l’agenda politica? E’ questo il punto. La risposta è no. La ragione è che travalica appunto l’ambito morale Marco, perché le leggi hanno procedimenti istituzionali per esser formate e la chiesa ha i propri rappresentanti eletti come chiunque altro per farlo. L’aborto è già un fardello (solo una visione del mondo che diffida e disprezza l’uomo può definirlo come colpa), de-medicalizzarlo è il modo più ragionevole per renderlo meno pesante per chi liberamente lo decide. Dalla chiesa poi, prima di vedere una proposta di legge, vorrei facessero una analisi dell’impatto regolamentativo, con tanto di valutazione dei costi benefici. A quel punto se il metodo non è fasullo ed è riconosciuto anche per come calcolano le esternalità, la farei dibattere. Purtroppo quando si valuta la vita e la morte o profanamente l’amore e l’odio vincono le deroghe, anche al buon senso.

  • Emanuele, quindi mi sembra di capire che tu vuoi cambiare la 194 ? Perchè la 194 revede, apunto, la medicalizzazione. Ma allora, ‘sta 194 è una legge valida, non valida, bisvalida o cosa ? Per il Papa (e la Chiesa Cattolica) non è valida perchè è troppo permissiva, par di capire.
    Le esternalità ? Vuoi dire i costi del ricovero ? Vuoi dire che la de-medicalizzazione dell’aborto è meglio perchè costa meno ? Interessante. Quindi la 194 non è valida perchè costa troppo ? Se proprio devono abortire, ‘ste donne, lo facciano in bagno a casa propria, così risparmiamo ? Per la carità, opinione rispettabilissima. Piacerebbe che qualche fan della Ru486 dicesse queste cose apertamente. (in effetti, il francese inventore della Ru486 LO DICE apertamente, essendo persona onesta).

  • Marco non credo che sia così eretico il pensiero che hai espresso sulla 194. Per quanto mi riguarda certo, non ho alcun problema ad affermare che è ben troppo restrittiva. Quello che trovo riprovevole non sono i costi che menzioni, ovvero le spese dirette (anche se tenerne conto non sarebbe un male) ma quelli che non possono esser tradotti in monetari se non per sommi capi. Del tipo, chi assume l’onere dell’assistenza di un nascituro che l’ipotetica mamma non voleva concepire per difficoltà economiche? Altro esempio che prescinde dalle situazioni di marginalità economica, a quanto ammonta il costo opportunità di una carriera parziale, nel caso in cui la deterrenza all’aborto fosse molto più incentivata dell’autodeterminazione lavorativa? Non possiamo esser ingenui, dobbiamo ammettere che i valori sono fattori che incidono nelle scelte sociali, e le ricadute economiche sono correlate. E il costo dell’eccesso di eterodirezione, con conseguenza deresponsabilizzanti è più morale, di certo il più che pesa anche se non quantificabile. Poi ci sono i benefici certo, ma sono tutti di ordine morale. L’esempio di chi avrebbe voluto sbarazzarsi della propria eredità genetica per leggerezza, immaturità e mille altri meno difendibili motivi. In questo caso una costrizione porterebbe nel migliore dei casi a cosa? Non riesco bene a capire.. Ammetto i miei limiti. Immagino una povera crista che pur di non sentirsi etichettata come assassina, si arruola ad esser una stupenda mamma. I cinesi hanno sempre controllato le nascite per motivazioni sociodemografiche e economiche. Che si propenda per la valorizzazione della famiglia sono d’accordo. Il metodo del tormentone pedagogizzante invece fa acqua da tutte le parti. Chi è per la vita riformasse con tanto di proposte sensate i servizi di assistenza invece di accontentarsi dei consultori, ecco.

  • Rileggendo, non portavo i cinesi di certo come buon esempio eh. E’ che almeno sono chiari gli scopi.

  • Emanuele biosgna comunque dire che oltre ai tentayivi di rivedere in senso ancor piu restrittivo l’aborto, ed il crescente abbandono del sistema di sostegno alle donne (consultori, asili, part-time etc) C’è anche un tentativo di riportare la donna alla sua figura di madre e donna di casa.
    Mai viste tante interviste come in questi tempi a ex-veline, ex soubrettine, che si dedicano con amore ai figlioletti dichiarandosi del tutto felici della loro dimensione casalinga. per i figli questi sacrifici si fanno.
    Le donne viste un po come un peso della società, se loro tornassero a spignattare si libererebbero anch eposti di lavoro e tutti sarebbero felici e contenti.
    Io però insisto, quia a discutere di aborto siete in due o tre uomini ed io , fuori tempo massimo.
    Ma le ventenni dove sono?

  • Le ventenni Gianna? Non entrano nel tema e fanno bene. L’hai detto, è partito l’imprimatur che carriera e famiglia possono coincidere, con tanto di schizofrenia tra modellini bucolici acqua e sapone, è l’autentica, bellezza! Non credo sia un problema di seggiole lavorative. Anzi quell’aspetto diciamo che è l’unico che potrebbe esser distorto in modo inverso. La scarsità di misure a sostegno per ridurre il divario sul mercato del lavoro femminile, permette di accedere con disinvoltura ai fondi europei di coesione. Più c’è divario e più i progetti vengono facilmente finanziati. Certo è che nelle rendicontazioni poi, bisogna dimostrare anche che ci sono stati risultati. Forse per mettere le mani avanti sull’inefficienza di quelle risorse spese, uscirà fuori che è “colpa” vostra, avete deciso per la famiglia 🙂

  • Emanuele, chi ha parlato di eresia ? Solo di chiarezza.
    Gianna: basta guardare il numero delle persone che vivono da sole per capire quanto tu abbia torto. a famiglia è già fuori moda. Ma questo con la 194 non c’entra gran che.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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