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Aggiornamento sullo stato dell’Unione…

Ieri abbiamo parlato dei dilemmi che stringono d’assedio la politica europea. (Lo stato dell’Unione. Che cosa potrà mai dire la presidente domani?). Oggi abbiamo un aggiornamento.

Donald Trump ha chiesto alla Commissione Europea di mettere tariffe del 100% sui prodotti cinesi e indiani (FT). In questo modo, dice, l’Europa dimostra di voler davvero aiutare nella lotta alla Russia che finanzia la guerra in Ucraina vendendo petrolio a Cina e India. La richiesta non manca di logica. Ma nasconde una trappola evidente.

Gli Stati Uniti impongono all’Europa una politica di sudditanza:

  1. Se l’Europa vuole l’appoggio americano contro la Russia deve obbedire.
  2. Questo vi costerà molti soldi all’Europa
  3. Mentre l’Europa che obbedisce taglia i ponti con Cina e India, gli americani continuano a negoziare con loro
  4. L’Europa resterà senza altre opzioni che esportare in America, alle condizioni dettate dagli americani
  5. Se vorrà riprendere i contatti con India e Cina lo dovrà fare sotto l’ombrello americano
  6. Nel frattempo, l’amministrazione di Trump, amico di Putin, continuerà a essere ambigua nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina, con ogni probabilità, rendendo meno sicuro l’unico obiettivo che l’Europa potrebbe avere nell’obbedire agli americani.

L’alternativa è rinunciare all’appoggio americano per l’Ucraina, forse dunque rinunciare alla libertà dell’Ucraina dalla Russia. Certo, si potrebbe tentare una resistenza, per quanto impari, accelerando molto lo sforzo per il riarmo. Con il rischio che nel tempo necessario a rafforzare l’Europa militarmente, la Russia decida di attaccare. In effetti, lo scenario senza gli americani ha bisogno di una mossa in più. In questo scenario alternativo, il rischio dell’attacco russo potrebbe essere limitato da una immediata alleanza con Cina e India, magari insieme al Canada e ad alcuni paesi del Sudamerica, con qualche stato africano. Per Cina e India potrebbe essere più conveniente un’Europa amica che una Russia bisognosa di aiuto? Forse. In quel caso, le potenze emergenti dovrebbero dire alla Russia di non attaccare l’Europa.

È uno scenario difficile. Ma l’obbedienza agli americani è migliore? Lo sviluppo futuro è in Asia, probabilmente. La politica americana per l’Europa è orientata a indebolirla, forse a cambiarne il regime. Ma bisogna ammettere che l’alleanza con paesi non democratici è una scelta molto controversa per l’Europa. Ma guardando ai fatti, l’America, sarà ancora una democrazia all’interno se tutto va bene ancora in futuro, ma certamente continuerà a comportarsi in modo imperiale all’estero.

L’Europa attuale non sembra in grado di prendere decisioni strategiche come queste. Occorrerebbe la leadership degli stati più importanti per dare una veloce sterzata all’Europa. Oppure una lenta presa di coscienza di molti stati. Non facile. Qualche stato intermedio potrebbe far sentire la sua voce. Ma bisogna fare presto.

L’Italia conosce bene che cosa significa l’impero americano. Non è una cosa nuova. Ha visto la strategia della tensione, nell’epoca dei colonnelli in Grecia e del golpe in Cile. Allora dall’altra parte c’era l’impero sovietico. Oggi la scelta è più complessa. Ma dall’altra parte non c’è solo una dittatura: ci sono molte grandi civiltà che stanno emergendo, in pieno dinamismo, con una grande storia davanti. Civiltà diverse dalla nostra. Ma con le quali si può dialogare. Gli italiani non sono maestri della guerra. Ma nel dialogo, in fondo, sono sempre andati abbastanza bene. Che cosa consiglieranno di fare all’Europa? Obbedire agli americani e declinare, o cercare una via meno rigida e rischiare di perdere battaglie, ma con la prospettiva di vincere la pace?

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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