La notizia di oggi che riguarda l’ecologia dei media e il business dei giornali può interessare non soltanto gli editori, ma anche e soprattutto il pubblico. Perché parla del motivo per cui gli articoli di giornali possono avere un valore anche per il pubblico del futuro.
La Apple ha deciso di espandere il numero di paesi nei quali offre la sua applicazione dedicata alla distruzione di articoli giornalistici: News. L’applicazione consente di accedere agli articoli scelti dalla Apple e prodotti da circa 450 giornali di vari paesi. Attualmente, News di Apple offre notizie a 125 miioni di lettori in Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Il piano appunto è di offrire il servizio in altri paesi.
Come spesso succede con la Apple le notizie uscite come indiscrezione sui piani per il futuro non sono molto approfondite. La fonte della notizia pubblicata sul Financial Times è riservata. Il giornale si limita a citare persone a conoscenza dei progetti della Apple.
L’interesse non è quindi rivolto all’approfondimento di questa notizia, ma cercare di capire come si comporteranno gli editori di giornali di questi nuovi paesi quando avranno l’opportunità di distribuire i loro articoli con News sugli iPhone.
Gli editori si domanderanno, in sostanza, se cogliere l’opportunità o no. Si domandano se con la concessione dei loro articoli a News di Apple aumenteranno il fatturato perché troveranno lettori che non trovavano con altri canali di distribuzione o se lo diminuiranno perché i loro lettori abituali lasceranno i canali di distribuzione che usano e cominceranno a usare News.
Gli studi di Apple dicono che i lettori di News non sono gli stessi dei lettori delle applicazioni proprietarie dei giornali. Molti sono convinti che si tratti di lettori più giovani. E che quindi News sia una fonte di reddito aggiuntiva per i giornali. Sta di fatto che il Wall Street Journal ha deciso di aderire all’offerta di Apple, mentre il Financial Times non ha aderito. Evidentemente ci sono dei pro e dei contro, ma non una chiara evidenza.
Il servizio si presenta in due forme.
La prima è gratuita per i lettori ed è pagata con la pubblicità. In questo caso gli editori trattengono il 100% della pubblicità che essi stessi raccolgono e il 70% della pubblicità che è stata raccolta dalla Apple. Non sembra, peraltro, che questo modo di usare News sia un enorme successo commerciale, riporta il Financial Times. Il motivo? La Apple ha una forte impegno a mantenere la privacy dei suoi utenti e quindi non vende agli inserzionisti pubblicitari un servizio di targhettizzazione particolarmente personalizzato come fanno altre piattaforme meno interessate alla privacy dei loro utenti. Questo non piace ai pubblicitari che vorrebbero sapere a chi vanno i loro messaggi pubblicitari in maniera molto capillare e invasiva per la privacy degli utenti e quindi investono meno di quello che potrebbero su questo servizio.
L’altro modo di utilizzare news di Apple è invece quello per cui il pubblico paga una sottoscrizione di circa 12 dollari al mese. Il fatturato viene ceduto ai creditori in relazione al numero di minuti che le persone passano sugli articoli che vengono scelti per andare in news. E questo sistema è conveniente per gli editori se News si dimostra capace di trovare nuovi lettori.
Fin qui quello che importa agli editori. Il pubblico non è necessariamente interessato.
Ma c’è un altro aspetto di questa notizia che invece dovrebbe interessare ai cittadini. News non pubblica le notizie dei giornali a caso. Le sceglie con una sua redazione di giornalisti molto competenti. In che modo dunque sono scelti gli articoli pubblicati su News?
Va ricordato che Apple ha una comprensione fondamentale del valore del brand. E per News vuole coltivare un brand che non sia modaiolo, partigiano, inessenziale. Il servizio di News è quello di scegliere quali articoli interesseranno al suo pubblico tra le migliaia prodotte dai 450 giornali con i quali ha stretto accordi di distribuzione. E il suo criterio è in continua elaborazione, ma segue principi molto chiari. Le prime cinque-sei storie riguardano l’attualità e sono scelte perché sono originali, esclusive, molto documentate, scritte con chiarezza. Secondo la redazione di News non si fanno preferenze per i giornali. E comunque la discussione sui criteri resta sempre aperta. Secondo alcuni editori, l’autorevolezza e notorietà dei giornali sono anche una componente della scelta, per cui New York Times, Wall Street Journal, Guardian e Telegraph, riescono a raggiungere le prime posizioni più spesso di altri. Naturalmente, si fanno anche delle considerazioni quantitative: Apple valuta quanto la lettura effettiva degli articoli abbia raggiunto i livelli che la redazione si aspettava. Ma è chiaro che, nelle scelte della redazione, l’analisi qualitativa è prevalente e l’analisi quantitativa è ancillare.
Insomma, Apple insegna che gli articoli più importanti sono quelli che dimostrano il valore del giornalismo in quanto metodo di ricerca per conoscere come stanno le cose in modo obiettivo, documentato e persino inaspettato. Il giornalismo è un metodo che svela aspetti della realtà perché si documenta, legge criticamente i documenti, è indipendente dalle fonti. I giornali e i giornalisti sono parte del criterio di scelta ma non costituiscono la priorità. E i dati di lettura sono importanti per migliorare ma non costituiscono i motivo essenziale della scelta.
Il giornalismo è una disciplina con il suo metodo, una sorta di forma artigiana del metodo scientifico. E sta a cuore a chi voglia avere una visione indipendente della realtà. A tendere, chi applica questo metodo può essere un giornalista o non esserlo. Ma quello che conta è che il pubblico possa apprezzare il valore di un lavoro di ricerca giornalistico. Il servizio News di Apple aiuta proprio in questo lavoro di apprezzamento. Anche perché il pubblico non può cercare su 450 giornali quello che vale la pena di leggere.
News è un esempio di un servizio che coglie un preciso valore nel giornalismo. I canali di distribuzione possono essere diversi. I giornali hanno i loro. Devono trovare il loro equilibrio. Evitare di inquinarli con troppe notizie incoerenti con i principi del giornalismo. Concentrare il servizio sulle notizie originali e ben documentate. Lavorare con il pubblico perché il lavoro di ricerca giornalistico sia apprezzato per quello che vale. Il futuro del giornalismo è probabilmente più roseo di quello dei giornali che non lavorano bene su questo equilibrio. La stella polare è luminosa: servire al meglio il pubblico con informazione originale, obiettiva e ben documentata è la più efficace strategia anche per far tornare strutturalmente i conti.
Daniel Thomas, Apple steps up expansion of its News platform, Financial Times (il giornale richiede un abbonamento, ma Google consente di leggere l’articolo se si cerca il titolo esatto).
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