L’accordo europeo è una grande occasione per l’Italia. La Commissione diventa un soggetto di politica economica e non più solo un attuatore, per quanto organizzativamente forte, della somma delle politiche degli stati. Non impone riforme specifiche all’Italia. Ma è l’opportunità per l’Italia di farle. Può non piacere l’Olanda che frena sulla solidarietà, si fa dare soldi dall’Europa senza condizioni e soprattutto sottrae imponibile agli altri paesi per decine di miliardi. Ma la sua istanza è giusta: se l’Italia può funzionare meglio che lo faccia, nell’interesse di tutti ma soprattutto nel suo stesso interesse.
Non vuole però l’Italia farsi imporre nulla. Bene. E quindi? Continuerà ondivaga e poco strutturata? Chiederà consiglio ad altre task force che poi ignorerà? Un’idea metodologica potrebbe essere quella di guardare alle migliori pratiche – settore per settore – che si mostrano negli altri paesi europei. E copiarle. Il sistema di gestione della disoccupazione in Germania? La scuola in Finlandia? Gli automatismi nel finanziamento delle imprese che innovano in Francia? Se sono fatte bene perché non copiare? Magari anche gli accordi con le imprese che gli olandesi ci hanno portato via si potrebbero pensare, almeno per pareggiare il conto (scherzo..)…
Andiamo a vedere la cloud di sistema dei tedeschi, le piste ciclabili fatte bene dei danesi, gli investimenti innovativi degli svedesi. L’organizzazione per raccogliere i finanziamenti europei va pensata bene. Ogni ministero inviti i suoi omologhi europei dai quali può imparare e lo faccia. Non sarà la Troica a imporre all’Italia un piano di riforma. Sarà l’Italia a riformarsi perché ne ha davvero bisogno. Dimostrando di avere stima e fiducia per gli altri membri dell’Europa. E creando una pratica che potrebbe portare altri a copiare il meglio di quello che abbiamo fatto noi. Sempre che si trovi qualcosa del genere.
That would be a great scenario to see come to pass.