La pubblicità online supererà quest’anno la pubblicità in tv. Google più Facebook hanno già il 20% del mercato globale. Le prime sette compagnie che raccolgono solo pubblicità digitale hanno il 24% del totale della pubblicità globale. La concentrazione in questo settore internettiano è sempre più spinta.
Dal comunicato: “Da questa nuova edizione Top 30 Global Media Owners, pubblicata oggi, Zenith aggiorna la metodologia di rilevazione sulle concessionarie, concentrandosi esclusivamente sulle revenue dell’advertising ed escludendo quelle derivanti dalle altre attività.
Google e Facebook nel 2016 hanno rappresentato il 20% del mercato pubblicitario a livello globale, in crescita rispetto all’11% del 2012. Insieme le due aziende hanno rappresentato il 64% della crescita globale del mercato tra il 2012 e il 2016.
Nella Top Thirty di Zenith, Google (parte della holding Alphabet) nel 2016 è stata la concessionaria digital al primo posto, con 79,4 miliardi di dollari di entrate pubblicitarie, seguita da Facebook con 26,9 miliardi di dollari. Mentre al terzo posto con 12,9 miliardi di dollari troviamo Comcast, considerata la concessionaria più grande sui mezzi tradizionali.
Come anticipato nella pubblicazione trimestrale di Zenith, Advertising Expenditure Forecasts, la comunicazione pubblicitaria digital supererà quella televisiva diventando il mezzo più importante nel panorama media globale di quest’anno. Lo rileviamo anche nella Top 30 Global Media Owners dove le concessionarie esclusivamente digitali dominano la classifica. Oltre ad Alphabet/Google e Facebook, ne vengono rilevate altre cinque: Baidu, Microsoft, Yahoo, Verizon e Twitter.
Nel 2016 queste sette aziende hanno generato complessivamente 132 miliardi di dollari di entrate pubblicitarie: il 73% del totale digital e il 24% del totale mezzi.”
La transizione definitiva dalla pubblicità su mezzi e supporti tradizionali al digitale è inevitabile. Quello che sarà interessante vedere è come si assesterà e che forma assumerà il contenuto pubblicitario su siti web, app, wearables e altro. Attualmente il livello di invasività di certi formati è davvero troppo elevato, a tutto discapito della fruibilità e leggibilità dei contenuti ospitanti.