La rincorsa annunciata sulla banda larga italiana non si è ancora concretizzata secondo i dati Akamai:
“Anche per questo trimestre, tutti i paesi EMEA coinvolti nello studio mostrano una crescita esponenziale segnalando variazioni a doppia e tripla cifra anno su anno. L’Italia, in realtà non sta andando benissimo: a fronte di una media di oltre il 20% del totale, registra solo il 8% delle connessioni uguali o superiori ai 15 Mbps. Nella classifica mondiale scende dalla 48esima alla 51esima posizione, mentre a livello EMEA scende alla 28esima (era 27esima nel Q2 2016) con un aumento del 138% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q3 2015). Nel nostro paese, Telecom Italia e Fastweb hanno annunciato una partnership per la costruzione di una rete fiber to home con un investimento di 1,2 miliardi di euro per raggiungere 3 milioni di abitazioni in 29 città. Implementazione che dovrebbe essere completata entro il 2020.”
Per questo genere di cose che richiedono tempi lunghi e intelligenti quanto grandi investimenti, vale la pena di abbassare i toni della comunicazione, per non esagerare le aspettative, e lavorare in modo tale da intestare il merito non a un unico centro di potere ma a tutta l’Italia che contribuisce nel tempo alla modernizzazione infrastrutturale. Vista storicamente la durata dei governi, insomma, le opere che durano più di loro dovrebbero essere fatte per gli italiani e non per coloro che le annunciano. Altrimenti non si fanno mai. Imho.
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