Finora sembrava che la grande riforma del mercato finanziario introdotta dall’amministrazione di Barack Obama – Dodd-Frank e altre leggi – pensata per ridurre i rischi di nuove crisi come quella del 2007-2008 avesse avuto più effetti sulle piccole che sulle grandi banche. D’altra parte erano state le piccole banche che avevano materialmente esagerato con i prestiti e i mutui, anche se lo avevano fatto perché le grandi banche compravano il rischio e lo rivendevano a pacchetti incomprensibili sui mercati dei derivati e degli altri strumenti finanziari sofisticati. Ma adesso le notizie parlano chiaro. Anche Goldman Sachs soffre per le nuove regole (analisi sul FT di oggi, accesso a pagamento, Goldman Sachs: a play for the 99%).
In pratica (mi scuso delle imprecisioni e incompletezze), le regolamentazioni hanno ridotto la leva che la banca può fare con i suoi soldi e la libertà di comprare e vendere quello che vuole con il suo capitale, ma incontra restrizioni intese a ridurre il rischio sistemico, a salvaguardare i clienti, a rispondere ai controlli delle autorità in maniera più seria, oltre a non poter contare più su agenzie di rating così “facili” come prima. La Goldman Sachs per questo sta tentando di fare anche la banca retail online, anche se per ora i suoi sistemi informativi non sono riusciti a produrre una piattaforma degna e i clienti si lamentano. In effetti, cominciare a competere su un mercato nel quale la banca è al servizio del cliente e non l’esatto contrario come avveniva in passato è un po’ più difficile. E richiede impegno.
Vale la pena di seguire la difficoltà della Goldman. Che per molti rappresenta il male nella finanza, come ricorda il Financial Times:
Recasting Goldman as the friend of the consumer and small business will not be easy. For many people across the US, the brand is associated more readily for its legal and political scrapes after the financial crisis than its philanthropic programmes such as “10,000 women” or “10,000 small businesses.” Within the past year, the bank has taken hits for its connections to 1MDB, the Malaysian sovereign wealth fund at the centre of a sprawling corruption probe. This week, Edwin Chin, a former head trader, was barred from the industry by the Securities and Exchange Commission and ordered to pay $400,000 to settle accusations that he repeatedly mischarged customers.
Ma Goldman sta proprio tentando di entrare nel mercato della gente normale. E anche il nome di una delle sue ultime acquisizioni orientata a questo scopo testimonia che deve imparare a sembrare più onesta:
More retail banking products could follow — such as car loans, mortgages or a “robo” wealth management platform. In March Goldman took a step in that direction by buying Honest Dollar, an Austin-based start-up that helps freelancers and small businesses set up retirement savings programmes online.
Che cosa ne pensiamo di Honest Dollar? Che sarebbe una buona idea, parafrasando Gandhi.
ps. L’amministrazione di Obama ha interrotto un trentennio di deregolamentazione bancaria e finanziaria in America e altrove che aveva prodotto la ciclica tendenza alle crisi del mercato finanziario con conseguenze gravissime per l’economia di tutti noi. Non è tutto quello che si poteva fare ma è molto. Ed è più di quello che si è fatto in Europa, a quanto pare. L’Europa non è ancora in grado di intervenire come gli Stati Uniti sul rischio sistemico nel mercato finanziario, si direbbe. Ed è ora che questo sia corretto.
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