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Occupazione. Il problema numero uno. I dati italiani

Il governo ricorda che dall’inizio di questa amministrazione gli occupati sono aumentati di 599 mila. E attribuisce il merito al jobs act. L’aumento degli occupati è il singolo elemento più importante per gli italiani e per la visione del futuro dell’economia. Qualunque altra cosa è secondaria. Va valutato razionalmente – e positivamente – questo dato quando si pensa emotivamente al governo.

Il che non significa che le cose siano sistemate. Anzi.

La disoccupazione aumenta, visto che aumentano coloro che invece di restare inattivi, cominciano attivamente a cercare lavoro, ma non lo trovano. E la disoccupazione giovanile, il maggiore dramma delle famiglie italiane, resta oltre il 36%: un dato che fa rabbrividire (Sole).

Inoltre, il tasso di occupazione migliora ma resta basso in Europa (InfoData).

Infine, il part-time aumenta in Italia più che altrove. Lo fa notare l’Ocse. Ma soprattutto oltre il 64% del part-time è involontario, in Italia più che nella maggior parte degli altri paesi (ElPais).

L’Employment Outlook dell’Ocse è qui:

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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