Alberto De Toni e Giovanni De Zan hanno pubblicato Il dilemma della complessità per discutere della duplice faccia di questa dimensione della realtà e della disciplina che la studia.
Da un lato, esiste una complessità fisiologica, quasi positiva: è quella che attraverso la diversità produce sistemi che si adattano meglio alle condizioni esterne. Dall’altro lato esiste una complessità patologica che frena lo sviluppo e complica la vita.
Per gli autori sono due facce della stessa medaglia, o forse, due fasi di uno stesso fenomeno. Una complessità adattiva può sfociare in una complicazione disadattante.
Il libro va letto nelle aziende che cercano un equilibrio. Descrive tre tipi di risposte alla complessità: strategiche, gestionali e organizzative. Strategicamente si può agire puntando a strutturare il problema in modo modulare, cioè suddividendolo in sotto-unità. Dal punto di vista gestionale, l’idea è quella di semplificare le regole. Organizzativamente si devono coltivare capacità di condivisione, interconnessione, ridondanza e riconfigurazione.
La misurazione della complessità è un sottotesto del libro. E si ha l’impressione che possa fare avanzare l’analisi in profondità.
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