Ugo Morelli ha scritto “Il conflitto generativo. La responsabilità del dialogo contro la globalizzazione dell’indifferenza“, Città Nuova editrice 2014. Un libro che accompagna oltre un labirinto di pensieri vecchi e di pregiudizi fatti di parole poco indagate.
L’indagine di Morelli è paziente. Ma svela realtà che i pregiudizi nascondono, oltre l’antitesi tra pace e guerra, oltre la confusione tra guerra e conflitto, oltre la confusione tra pace e indifferenza.
Se la diversità è ricchezza culturale, il confronto è necessario, il conflitto possibile. E può essere generativo. Il problema è comprenderlo, gestirlo, pensarlo: il discorso sul metodo resta il fondamento di una evoluzione culturale creativa che l’urgenza del presente e il disorientamento che essa diffonde sembrano mettere costantemente in discussione. Ma sarà un metodo largo e plurale quanto la pluralità e la complessità delle dimensioni dell’umano.
“Presumere che la strategia migliore per negoziare e gestire efficacemente i conflitti sia puramente razionale è prevalentemente insufficiente, se non errato. Quello che accade nella realtà è che i sentimenti di ostilità che possono intervenire alla base di una situazione conflittuale sono fondati in buona misura su una dimensione emozionale che si situa a livello di esigenze primarie. (…). In primo luogo sembra importante suggerire la rilevanza della presa d’iniziativa. Le situazioni conflittuali sono tali da diventare sempre più problematiche quanto più tempo si lascia trascorrere prima di intervenire. Nonostante le resistenze a prendere l’iniziativa, vale la pena di cercare di impegnarsi a non aspettare che le emozioni predominino e a non reagire quando è ormai tardi, assumendo un atteggiamento preventivo. Allo stesso tempo è molto importante cercare di concentrarsi sulla parte e non sul tutto ed è altrettanto importante affrontare il problema, non le emozioni che sottostanno al problema, in quanto una posizione di concretezza favorisce una buona riuscita nell’elaborazione del conflitto. Dare valore a tutte le posizioni in gioco, anche quelle che suscitano particolari resistenze a noi per la differenza che ci propongono, è una condizione fondamentale nella gestione del conflitto”.
Il conflitto va giocato salvaguardando la propria autonomia ma creando i collegamenti tra le persone che servono ad arrivare a uno scambio generativo il che avviene anche riconoscendo il valore delle posizioni degli altri.
Vedi:
Sito di Ugo Morelli
Podcast: Ugo Morelli e Loredana Lipperini dialogano su CONFLITTO GENERATIVO – Fahereneit Rai Radio3 (File MP3)
Podcast: Esegui in una Nuova Finestra | Scarica
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