Ipertinenza. Un gioco di parole che richiama l’opposto dell’impertinenza. Un concetto, l’ipertinenza, che con il suo “iper” suggerisce un senso di estrema pertinenza. E si usa per comprendere un aspetto di quello che succede nella cultura pervasa dalle conseguenze della rete. Soprattutto nella sua evoluzione che l’internet mobile favorisce: la fusione della connessione digitale con il territorio e l’ambiente.
Non ha più alcun senso, se mai ne ha avuto, parlare di separazione tra il “virtuale” e il “reale”. Le persone sono immerse in un ambiente arricchito dalla rete e reagiscono alle condizioni che si verificano anche in base all’estensione delle capacità cerebrali generata dalla disponibilità degli strumenti digitali connessi. Un elemento del successo delle nuove sollecitazioni culturali emergenti e una strada per interpretarle è dunque la loro “ipertinenza”: la loro capacità connettiva, pratica e concettuale, la loro contestualizzazione, la loro adottabilità dalle persone che le riconoscono come liberatorie e generative del ruolo attivo di ciascuno nell’ecosistema dell’informazione e dell’innovazione.
Derrick de Kerckhove ne ha parlato ieri a un convegno organizzato dalla banca Intesa
piena sintonia (come sempre da decenni) con de keckhove .. grazie, Luca, per la segnalazione
Grazie. Come lo uso da un punto di vista linguistico? Potresti farmi un esempio di frase? Thanks!