Oggi una riflessione a Lione sul concetto e la pratica della “trasmissione”. Che non è “comunicazione”. E neppure “educazione”. È il momento del passaggio reciproco di conoscenza e, forse, energia tra le persone, specialmente tra le persone diverse per generazione, esperienza, visione del mondo. Questa giornata e anche una dimostrazione della necessità della riflessione per lo sviluppo di un’azione strategica, in un contesto fatto piuttosto di reazioni immediate agli stimoli, condotte sul filo della continua ricerca dell’attenzione.
Françoise Bonardel ha fatto riferimento alla trasmissione della tradizione e alla sua crisi attuale. Erik Favet ha parlato della fine del sistema nel quale la trasmissione culturale era basata sulla relazione col padre, col prete e con l’insegnante, oppure si svolgeva al lavoro. Ha detto che oggi la sfida è gestire la crescita impetuosa della conoscenza disponibile, il deprezzamento della conoscenza in un contesto nel quale è difficile vederla come garanzia di miglioramento delle condizioni di vita personali, la solidarietà tra generazioni molto lontane in termini di esperienze, la crisi dell’autorità. Apprendere oggi è essere implicati nel processo.
Penso che la condizione della trasmissione culturale sia il rispetto, il riconoscimento reciproco, l’apertura mentale alla diversità, la metafora nella quale si opera mediaticamente, il progetto comune. Un grande lavoro da fare in termini di costruzione di una visione di prospettiva.
Paul Audi nota che il futuro è lo spazio in cui il possibile emerge. La trasmissione è rifondazione, riappropriazione, traduzione. Noi non trasmettiamo che ciò che siamo.
Jean-Robert Ragache dice che siamo rizomatici, anche se non lo sappiamo.. Ma qualcosa sappiamo.Educare è condurre, istruire è costruire e insegnare è dare senso. La memoria è religiosa, la storia è laica.
Uhm…a me trasmissione fa venire in mente un flusso unidirezionale, veramente. Collego invece la dimensione della reciprocità alla comunicazione. Non a caso, gli esempi che ha citato Favet si riferiscono a un modello dall’alto verso il basso… l’ “implicazione” nel processo significa, secondo me, prestare attenzione al feedback così da modulare meglio “il messaggio”… e quindi, ri-costruirlo insieme, a più voci.