Dopo le fiammate e le prese di posizione degli ultimi tempi sul copyright, servite a segnalare chi sta con chi, non si è ancora avviato un dibattito serio sul rinnovo dei vertici dell’Agcom. Per ora si svolge come al solito nel segreto delle stanze dei bottoni, tra mille aspiranti che chiedono un posto di prestigio e di potere e i pochi che contano davvero nelle decisioni. Sarà che così si fanno queste cose. Ma un fatto è certo: l’Agcom è destinata a giocare un ruolo decisivo nello sviluppo – o nel blocco dello sviluppo – della mediasfera italiana. E potrà funzionare solo se nascerà con una cultura multistakeholder, cioè se sarà formata dopo un dibattito trasparente tra tutti i protagonisti, che mostri non solo le diverse posizioni di chi difende il sistema attuale e di chi lo rinnova, ma anche le forme di sinergia e simbiosi che i nuovi e i vecchi media possono sviluppare, a patto che l’apertura all’innovazione venga considerata prioritaria, facendo emergere le esigenze che i media devono soddisfare nell’ambito della cultura, dell’educazione, della qualità dell’informazione, della crescita economica e della libertà di espressione. Compatibiltà ed equilibrio, necessari nelle decisioni, si trovano solo mettendo tutti in grado di contare nell’elaborazione delle idee e rispettando tutte le istanze.
16/03/2012 07:50
2 Min Read
Agcom: non si sa ancora niente
16/03/2012 07:50
2 Min Read
Perché in questo settore la concorrenza, l’occupazione e la produttività si coltivano non solo occupandosi delle quote di mercato attuali ma anche delle quote di innovazione che creano il mercato futuro.
Ti potrebbe piacere anche
Talvolta a William Shakespeare non commissionavano un dramma ma una commedia. Forse in qualche caso una storia che...
ClosedAI – update
20/11/2023
Il gioco di parole è tanto facile che su internet se ne trovano le tracce anche nei mesi scorsi, prima di tutto quello...
La raccolta di dati operata dalle grandi piattaforme che servono decine di milioni di persone in Europa e centinaia di...
Luca De Biase
Knowledge and happiness economy Media and information ecology
News brevi
Much AI do about nothing, di William GPT Shakespeare
ClosedAI – update
Per ridisegnare completamente l’economia dei dati
Oggi a Bruxelles: la prima delle cinque proposte per governare i rischi dell’intelligenza artificiale
Cinque modeste proposte per governare i rischi dell’intelligenza artificiale
Libro. Nils Melzer: Il processo a Julian Assange
Non contrapporre rischi ed opportunità nell’intelligenza artificiale
Prompt, chi parla?
Astinenza da ChatGPT
Intelligencija artificiale: visione europea, colonialismo americano
Video
Approfondimenti
Il lavoro nel futuro. Upskilling e dintorni
Elon Musk, libertà di espressione, rispetto della diversità, regole sociali e labirinti morali. Con tre libri per discutere i preconcetti
Odio online a Moebius 2022
La privacy transatlantica e il nuovo ordine mondiale dei diritti
La prima decisione giusta di Elon Musk su Twitter
Internet dopo l’epoca delle privatizzazioni
Il giornalismo del clima: tra due complessità e mille difficoltà, con una visione
The risky weaponization of ESG and other media ecology problems
Se le compagnie telefoniche riusciranno a farsi pagare le reti da Google & Co.
Misoginia. Le fonti seicentesche del giudice che vuole consentire l’abolizione dell’aborto negli Stati Uniti
Post più letti
Post più condivisi
Commenti
- Informazione civica | Amazon non è solo un grande e-commerce su Il codice è codice, la legge è software: la cultura digitale è un diritto
- Observation Deck – Novembre 2023 – elementozero.it su ClosedAI – update
- Crossroads | Le ambiguità di OpenAI su ClosedAI – update
- camu su La biodiversità per affrontare l’emergenza climatica
Commenta