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Facebook: una conferenza stampa con NDA

A quanto pare Facebook ha invitato un po’ di giornalisti a una conferenza stampa chiedendo di firmare un Non Disclosure Agreement su qualunque cosa i giornalisti vedessero e sentissero che non fosse direttamente l’oggetto dell’annuncio previsto per l’occasione. (Kplu, Lnr, Romenesko). Ci devono essere state delle proteste perché poi la richiesta è stata ritirata.

Il caso è paradossale. Ma è vero che le aziende convocano talvolta di giornalisti per prepararli a comprendere le informazioni quando diventeranno pubbliche e chiedendo riservatezza. La pratica è diffusa nella scienza, dove l’embargo delle notizie è considerato normale per coordinare le uscite dei giornali che ne sono la “fonte” con la possibilità di comprenderle dei giornalisti e la programmazione dei giornali che le devono riprendere.

Si tratta comunque di cose da discutere, almeno un po’. Aiutano la collaborazione tra i giornali a comprendere i fatti ma almeno in parte riducono la concorrenza. Del resto, coltivare le fonti significa anche concordare con loro i tempi delle uscite. Difficile prendere posizioni nettissime e solo di principio in materia. Ma non si possono neppure abbandonare completamente i principi… Mi domando che cosa ne pensano i commentatori a questo blog…

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  • Dalla mia esperienza in campo tecnologico, la cosa succede di sovente… Almeno per tutto ciò che riguarda i prodotti. Tu sei un giornalista di vecchia data quindi se affermi che questa gestione è strana, ti credo al 100%. Tutto voglio tranne che sembrare arrogante.
    Comunque questo tipo di “gestione” non mi stupisce.

  • Spiego meglio, ho scritto un discreto – rispetto ai 18 mesi di lavoro – numero di articoli riguardanti prodotti informatici. Che poi dovevo ovviamente provare. Ho avuto modo di partecipare a numerose conferenze, online e fisiche, con la presenza di giornalisti rappresentanti testate a tiratura nazionale. L’NDA era una costante.
    Se loro considerano le feature presentate come un prodotto da mostrare, per cui ricevere feedback e/o da far provare in anteprima alla stampa per dare il tempo di preparare gli articoli, è una prassi normale dalla mia esperienza.
    Come ho già detto sopra, tu di queste cose ne avrai fatte n-volte più di me, quindi ti chiedo qual’è la prassi che consideri “normale” data la tua esperienza.

  • Lavoro nelle PR in particolare nel settore ICT da tempo. Chiedere un Non Disclosur Agreement per lanci di prodotto/innovazioni nel settore ICT è una prassi normale che molti non apprezzano, ma è spesso necessaria, richiesta anche dal dover coordinare magari su scala mondiale il lancio di un prodotto.
    Quello che ha chiesto Facebook non l’avevo mai sentito prima ed è un’altra cosa: ha chiesto di non riferire qualsiasi cosa che potessero vedere/sentire: come dire, camminate con gli occhi a terra, tappatevi le orecchie, non provate nemmeno a sbirciare in una stanza?? Fossero stati in un centro di ricerca…
    Questo sicuramente non è usuale e a mio personale parere non è nemmeno corretto, indica quantomeno insicurezza nella capacità di gestire la situazione. Se proprio hai paura che qualcuno veda qualcosa o incontri qualcuno o chissà che… piuttosto fai la conferenza stampa in una sede che non sia la tua azienda, portaci solo le persone che devono parlare del tal prodotto o della tal notizia… e soprattutto portale solo dopo aver fatto un solido media training per insegnare loro a essere trasparenti, corretti e a gestire le domande potenzialmente difficili. Dopo di che il giornalista deve fare il suo mestiere, e se c’è qualcosa che gli sembra interessante ha tutto il diritto di guardarsi intorno. E ci mancherebbe altro! IMHO

  • Credo che gli NDA non abbiano più gran senso e siano solo una sorta di retaggio storico legato alla lentezza del giornalismo cartaceo: raccontavi alla stampa i dettagli di un qualcosa (un prodotto, un servizio…) in anticipo in modo che la notizia fosse pubblicata in coincidenza con il suo arrivo sul mercato.
    Oggi può essere solo un modo di contenere dei “rumor”, spiegando cosa sta succedendo prima a chi consideri un canale importante, mentre gli altri sono fermi alle illazioni.
    Resta il fatto che non ha molto senso imporre a un giornalista di non raccontare quello che sa, se gli NDA funzionano è perché – parere personale – proteggono notizie in fondo poco importanti.
    Il discorso sul rapporto con le fonti da tutelare – sacrosanto in alcuni ambiti – non è molto applicabile qui: una conferenza stampa è per una buona percentuale un’azione di marketing volta a far parlare “bene” (in senso lato) di sé.
    In quest’ottica l’azienda non è una fonte attendibile di notizie da tutelare.
    Poi va tenuto conto del fatto che in certi ambiti (e l’IT è certamente uno di questi) gli NDA quasi sempre sono inutili: le cose si sanno comunque prima della scadenza di un NDA…

  • Non sono riuscita ancora a vedere nel dettaglio quello che e’ accaduto. Sulla carta condivido molto di quanto qui già detto, ma ciò che mi sorprende molto in verità e’ che poi qs Nda sia stato ritirato, quindi non realmente necessario..
    Pertanto clamoroso errore ? Forse si

  • @Caterina, hai ragione ho letto male. Shame on me. La richiesta è stranissima.
    @Francesco, nel mondo IT gli NDA sono una prassi usuale e non servono solo per non far circolare le informazioni ma anche per mettere sullo stesso piano la stampa. Salvo esclusive.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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