Bellissima presentazione di Antonio Damasio a Ted (una decina di mesi fa). Il mistero della coscienza si esplora indagando la formazione delle mappe mentali con le quali ci facciamo un’idea della situazione in cui siamo e il punto di riferimento stabile con le quali le interpretiamo che a sua volta è nella centralina di controllo del rapporto tra cervello e resto del corpo. Da vedere.
Superaffascinante la questione del tronco cerebrale – che appunto fa da punto di riferimento stabile per interpretare le immagini mappate dalla mente – diviso in due parti. Una parte è tale che se non funziona il corpo è paralizzato ma la persona è cosciente, mentre l’altra parte è tale che se non funziona il corpo è attivo ma la persona è incosciente.
Chissà se si può dire che queste due funzioni del tronco cerebrale che costruiscono la base di riferimento stabile che genera il senso del “self” siano legate una alla mappatura (spazio) e l’altra legata al movimento del corpo (tempo).
Di certo, ne emerge una spiegazione molto solida della dinamica che si sviluppa tra l’individuo e la collettività. La coscienza è individuale, la cultura è collettiva. La specie si sviluppa se c’è equilibrio tra le due componenti. La corteccia sembrerebbe aver consentito lo sviluppo della cultura, l’elemento collettivo dell’evoluzione degli umani, mentre la coscienza individuale – che peraltro sembrerebbe meno specifica dell’umano – è effettivamente fondamentale per l’interazione tra corpo e natura.
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