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Pratiche di PR su Wikipedia

Un acceso scambio di notizie è passato su Twitter grazie a @tomiahonen a riguardo della possibilità che la voce dedicata al capo della Nokia Stephen Elop sia stata corretta da un’agenzia di pubbliche relazioni per fare apparire migliore la figura del controverso manager.

Non sarebbe la prima volta che avviene. TheBureau ha investigato sugli interventi in Wikipedia operati dalla Bell Pottinger a favore dei suoi clienti.

La grande enciclopedia ha bisogno di persone in buona fede che lavorino in modo documentato e che controllino le trasformazioni alle voci provenienti da strutture interessate a dare informazioni non neutrali. Finora è riuscita nell’intento. Ma è chiaro che le mosse delle pr diventeranno sempre più sottili e capillari. Il lavoro sulla qualità e la neutralità dell’enciclopedia non sarà mai facile.

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  • Toh, ma guarda.. la comunicazione… certo che questi PR… ma anche questi attivisti, giornalisti schierati.. etc..alla fine si scoprira’, Ma dai !, che la miglior garanzia e’ che la fonte sia dichiarata. E allora si useranno teste di legno, pseudonimi, prezzolati.. etc. Ossia, l’eterno ritorno dell’uguale. Unica posibilita’, entrare sempre nel merito, ma che fatica e quanto tempo.. e ritorniamo alla casella di partenza.

  • Ciao Luca, te lo dico da PR, è la cosa che mi scandalizza meno rispetto a quello che accade sulla Rete direttamente o indirettamente ispirato da aziende e relative agenzie. Anche qui esiste un approccio etico o meno. Alcune aziende lo hanno altre meno e allora partono le campagna, pagate, di viralità sui blog, le azioni di infiltration, di SEO mirata a ripulire l’immagine di manager e brand, il tutto, senza trascurare, ovviamente, Wikipedia. Una voce non scritta come si vorrebbe dà tanto fastidio ai manager.
    Esiste però un altro modo di fare PR sulla Rete, che si basa sull’onesto coinvolgimento nelle community, sulla comunicazione trasparente, sull’ascolto e la risposta onesta. Ma è il modo più difficile e quindi è facile scegliere di affidare ad agenzie magari un po’ corsare il compito di “dare una ripulita” alla reputazione online. In fondo, basta qualche migliaia di euro e non ci si pensa più

  • In una società, purtroppo, fondata sulle immagini e sulle icone, e l’Italia rappresenta un paradigma negativo di questo, il rischio maggiore è proprio quello di photoshoppare di tutto, persino le voci di Wikipedia. La democrazia in generale e quella di Wikipedia, nello specifico, pagano il prezzo della disonestà di certi loschi figuri che da sempre popolano le pagine della storia umana. Già nelle campagne elettorali dell’antica Pompei, si ritoccavano ad arte i “graffiti” dell’avversario politico per screditarlo e si gonfiavano i propri per aumentare le speranze di vittoria. E’ giusto e necessario segnalare SEMPRE all’opinione pubblica questi episodi. La nostra società sembra essere, da qualche decennio, narcotizzata da un certo tipo d’informazione che riesce a maniporarla a tal punto fino a privarla della memoria storica e della capacità di giudicare quanto le viene propinato.

  • Salvio, hai scoperto, orrore,la politica, le lobby, i gruppi di pressione, la COMUNICAZIONE ? L’agenda setting, e gli Stati Generali, etc ? Buongiorno !

  • Che le pagine di Wikipedia venissero rimaneggiate da PR, digital marketing specialists e via dicendo è cosa nota…
    Non solo per i contenuti ma anche per aggiungere link per il SEO. Wikipedia usa il tag nofollow per tutti i link inseriti fra i “collegamenti esterni”. Ma se ne butti uno come referenze viene indicizzato dai motori di ricerca. Andate a vedere quante aziende lo fanno, è una prassi radicata.
    Alla fine se si seguono le linee guide di Wikipedia e si contribuisce i contenuti, per me non si fa nulla di male. Del resto se un perfetto estraneo può definire alcuni aspetti della vita di Elop perché lui stesso non può chiarirli. Conflitto d’interessi? Non so, potrebbe averlo anche chi ha scritto prima di lui in teoria. E comunque Wikipedia è un canale informativo potente ma dubito che basti scrivere una bella pagina per modificare radicalmente la propria immagine sul web.
    La cosa non mi preoccupa salvo non siano scritte amenità.
    L’enciclopedia libera è un progetto esteticamente molto bello e funzionalmente molto utile, se si considerano adeguatamente i suoi limiti. Per un consumo di informazioni attento è necessario andarsi a leggere la storia delle modifiche. E magari accedere ad altre fonti.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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