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Pirati e blogger a Bolzano

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A Bolzano l’acqua del rubinetto è buona come sono belle le montagne circostanti e la domenica mattina, quando le edicole sono chiuse, il giornale si compra lasciando i soldi in un ciotola accanto al posto dove si trovano le copie. Chi non sia nato qui ne parla con lo stupore di chi scopre un comportamento sano. Sicché quando alla libera università si organizza un incontro sui giovani, le tecnologie digitali e la partecipazione, si ha l’impressione che lo scambio culturale sia vero e intenso.

Ieri c’era una nuova puntata di Liberamente, International Youth Meeting. Gli ospiti internazionali erano Yassine Ayari (censurato prima della rivoluzione), blogger tunisino, e Samir Allioui, esponente del partito dei pirati olandese ed europeo. Esperienze forti e interessanti per i giovani che hanno ascoltato rapiti le parole di Yassine e hanno seguito divertiti o complici gli argomenti di Samir.

Uno scambio ha fatto riflettere, tra i molti. Samir, da hacker, diceva che bisogna entrare nel sistema e cambiarlo. Yassine diceva che se entri nel sistema è lui che ti cambia: se il sistema è sbagliato bisogna rovesciarlo.

Samir ha parlato di riformare la democrazia, per andare verso una “democrazia liquida”, più vicina ai cittadini, più adatta alla società dell’informazione. Yassine ha parlato con orgoglio di un paese moderno che non ha fatto una ribellione, ma una rivoluzione.

Internet è strumento adatto a questi cambiamenti. Non è sufficiente, ovviamente. Tanto che i pirati si fanno eleggere negli organi amministrativi e politici, dove – dice Samir – lavorano con i colleghi per il bene della comunità che li ha eletti). E tanto che i tunisini non si sono certo fermati alla rete: internet serve a parlare, dice Yassine, ma per fare la rivoluzione serve la strada e la piazza. I paragoni con l’Italia sono ovviamente molto interessanti. Se n’è parlato. E se ne parlerà. Al centro del problema democratico italiano, è difficile non vedere il problema del sistema dei media e le sue conseguenze sulla qualità del dibattito.

Ma per chi abbia a cuore la qualità dell’informazione in nome della convivenza civile, per voglia sostenere una causa sulla base di fatti che tutti possono riconoscere come credibili, per chi accetta le opinioni diverse se sono fondate su informazioni documentate, una forma di attivismo per l’informazione metodologicamente trasparente si può sperimentare con Timu.

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  • Timu mi pare molto interessante.. Ho scritto li qualcosa:
    ________
    La malattia dei quattro ambiti cruciali di cui parlo nell’articolo “Economia senza fantasia*” è semplice: troppo spesso i politici, i giornalisti, i formatori della classe dirigente come i professori universitari e i magistrati non hanno mai lavorato al di fuori degli ambiti molto autorefenziali nei quali operano. Molto spesso sanno poco della societa’ che sono chiamati a governare, formare, informare o giudicare. Basterebbe inserire all’accesso di quelle professioni/cariche un primo grado obbligatorio: quattro anni di lavoro in qualunque altro settore, come si fa ad esempio per le magistrature di secondo grado.
    * in quotidiano “Alto Adige” 21 agosto 2010, prima pagina e p. 30

    • Concordo con te e anche con Nihal95.Cecilia: non esageriamo nel dire che Berlusca e8 Satana. Per tutta la vgogrena che ci ha procurato, comunque, e8 sempre un vecchio mortale bacucco che con la volonte0 del popolo puf2 essere buttato gif9. Ma fin che tutti hanno la pancia piena e non vogliono rogne Pif9 che altro odio chi dice (e l’ho sentito) che il Vecchio puf2 andare con tutte la escort che vuole basta che governi bene. La trovo una stupidata pazzesca! Perche8 e8 cosec che giudicano gli altri paesi l’Italia: un paese che, si bello, ma pieno di gente ignorante che pensa al Grande Fratello e al Cinepanettone.Ma non tutti siamo cosec.Ma quando ci decideremo a fare un attacco alla Bastiglia ?

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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