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L’assurdo, beffardo aumento della spesa pubblica italiana negli ultimi 10 anni

Chi lavora nella scuola pubblica sa a quali ristrettezze di bilancio è stato sottoposto. Lo sa anche chi lavora negli ospedali. E nei tribunali.

Per questo la scoperta che negli ultimi dieci anni la spesa pubblica è comunque aumentata del 50% è un’amara sorpresa.

La notizia è nelle pieghe di un’intervista a Prodi di oggi sul Sole: “La spesa pubblica nell’ultimo decennio è scappata di mano, e bisogna metterci sul serio rimedio. È noto a pochi che in dieci anni la spesa pubblica complessiva al netto degli interessi è cresciuta di oltre il 50%, passando da 479 miliardi del 2000 a 723 del 2010!”.

Dopo tutti questi anni di austerità per i servizi fondamentali, non c’è stato un contenimento della spesa pubblica al netto degli interessi, ma addirittura un aumento drammatico. L’allegria dei governi che si sono succeduti al potere – prevalentemente di “destra” ma evidentemente non “liberali” – alla faccia dei cittadini, è un nuovo motivo di tristezza.

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  • Ricordo di aver sentito un programma su Radio 24 (c’era Giannino) il quale sosteneva che gli aumenti più significativi della spesa pubblica provengano dalle Regioni; e all’interno delle Regioni le spese che riguardano la sanità; e all’interno della sanità la spesa che è aumentata in maniera incontrollata sono i materiali come lenzuola, siringhe ecc…
    si trova conferma da qualche parte? occorrerebbe recuperare il podcast..

  • Gli ultimi dieci anni sono stati quelli delle “missioni di pace”, a cui l’Italia ha partecipato cospicuamente a suon di 2 miliardi di euro l’anno di spesa (minimo, perché questi sono quelli “certificati”, ma in Italia, si sa, c’è da aggiungere il resto, che viene tenuto nascosto ai più). Provi Prodi e suoi sodali, oltre a Berlusconi e i suoi complici, a cercarli lì i soldi che mancano (vedo che anche gli USA, in questo senso, non stanno messi meglio…).
    Come si dice, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine; si sono tolti o fortemente ridotti servizi essenziali per insabbiarci in Iraq e in Afghanistan.
    Penso che questi “statisti” prima o poi dovranno rendere conto dei loro misfatti che, nel frattempo, pagheremo amaramente noi cittadini.

  • Se Prodi con “spesa pubblica” pensa alla spesa pubblica aggregata, compresa quella previdenziale,le cifre sono spiegabili: CIG, pensioni, stipendi pubblici, sono tutte spese non discrezionali, ossia aumentano da sole. Dire che le missioni all’estero hanno rovinato il bilancio fa ridere. Basta fare un po’ di conti, e considerare che il bilancio della difesa continua a scendere, più che compensando le maggiori spese per le missioni all’estero. Idem per gli Stati Uniti, basta guardare le cifre dell’incremento delle spese non discrezionali (assistenza medica agli anzioni, previdenza sociale pubblica, sussidi automatici, ossia tutta la Big Society di Johnson).

  • La Ragioneria Centrale dello Stato, indirizzata da una legge voluta da Tremonti nel 2009, ha messo online il bilancio dello Satto (prima non c’era mai stato): si trova qui: http://dwrgsweb-lb.rgs.mef.gov.it/DWRGSXL/pages/lb/index.jsp
    E’ complicato ma si può fare. BTW, il Ministero della Difesa “pesa” sul totale delle uscite per ben il 2,77 per cento (e ci sono dentro i Carabinieri)….

  • Tema fondamentale, sul quale fare un po’ di sano data journalism.
    I dati citati credo siano visibili in questo grafico:
    http://www.openspending.org/dataset/italyregionalaccounts#timeseries
    Dati sempre basati sulla Ragioneria dello Stato e preparati durante il convegno del 19 aprile a Roma, con l’aiuto di Open Knowledge Foundation, tra gli altri.
    Serve più data journalism e maggiore partecipazione della cosa pubblica, per comprendere queste dinamiche, e renderle più chiare alle persone.

  • Per essere precisi il maggior aumento di spesa pubblica è avvenuto nel decennio 1980-1990.
    1980-1989: 75.1mld – 271.2mld (+361%)
    1990-1999: 302.7mld – 468.1mld (+54,6%)
    2000-2009: 474.8mld – 727.5mld (+53,2%)

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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