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VeniceSessions: amore nell’èra digitale

Un’educazione sentimentale poteva forse apparire un tempo congegnata in modo da aiutare ciascuno a vivere intensamente i caratteri speciali della sua età. Giovani che esplorano, adulti che maturano e si prendono la responsabilità, anziani che esprimono una saggezza acquisita anche a prezzo di grandi errori. Ma una generalizzata abolizione dell’educazione sentimentale istituzionale, parallela alla demolizione delle istituzioni sociali tradizionali che non hanno retto all’apparente accelerazione della storia recente, ha aperto la strada a una sorta di sconnessione tra il senso della vita e il senso delle esperienze affettive: forse sono in crisi tutte le nozioni citate, da “senso” a “vita”, da “esperienza” a “affettività”. Forse questo processo è passato attraverso una trasformazione delle esperienze affettive in un altro aspetto del consumismo; e forse sta aprendo la strada a qualcosa di nuovo che ancora non ha scoperto le parole per potersi esprimere. Di certo, lo spaesamento in materia è esperienza comune. E la moltiplicazione delle relazioni digitali ne è una conseguenza tanto quanto può esserne un simulacro di cura, o un esperimento di cura.

Dieci anni dopo l’avvento del cosiddetto web 2.0, la sanità affettiva resta un terreno di ricerca umano senza paragoni. Nel quale la tecnologia ha un ruolo attivo, almeno fintantoché la psicologia e la cultura non escono da una condizione passiva. Ma un messaggio è lanciato dall’entusiastica adesione alle forme di relazione che si sviluppano in rete: la liberazione dalle fatiche, dalle ferite, dalle costrizioni delle istituzioni sociali tradizionali, non avviene accettando di affidare la soluzione alle logiche del mercato, alle soddisfazioni del consumo, alle motivazioni della razionalità, ma attraverso una conquista di forme di relazione più responsabili e consapevoli. L’umile ricerca della saggezza, il cui valore si era perso nel breve periodo dell’eterna giovinezza vagheggiata dai più spinti fautori del consumismo, ritorna a diventare un’utopia affascinante e un’ispirazione.
Vedremo domani a VeniceSessions che cosa ne sarà di queste domande.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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