Michael Pollan ricostruisce il percorso del cibo dalla produzione al consumo, a partire dal percorso del mais. Il dilemma dell’onnivoro è un libro da prendere in mano anche a due anni di distanza dall’uscita. E Pollan lo scrive con la consapevolezza del maestro di giornalismo: ironico, divertente, stupito, documentatissimo. I suoi corsi di giornalismo a Berkeley devono essere esperienze da non perdere per chiunque si occupi di studiare come si migliora il modo in cui si fa ricerca e diffusione di informazioni.
Pollan, cibo da leggere
Il sistema di incentivazione americano della coltivazione del mais genera una clamorosa sovrapproduzione, tiene gli agricoltori al limite della sostenibilità economica, consente all’industria agroalimentare di cercare ogni tipo di strategia per aumentare il valore aggiunto del cibo consumato o per aumentare la quantità di cibo consumato. Per seguire ogni passo della catena alimentare a base di mais occorre letteralmente turarsi il naso. Ma la sua importanza è enorme. Perché il mais è il contenuto fondamentale, almeno in America, di una quantità di alimenti come le bibite, le merendine, gli hamburger, le patatine…
“A causa del diabete e di tutti gli altri problemi di salute associati all’obesità, è possibile che questa generazione sia la prima nella storia d’America ad avere una speranza di vita inferiore a quella che l’ha preceduta”. Se ne parlava a Cosmo, appunto. “Secondo l’Onu, nel 2000 gli abitanti del pianeta che soffrono di malattie da ipernutrizione (stimati in un miliardo) hanno superato ufficialmente quelli denutriti (ottocento milioni)”.
Eppure, la condizione di onnivoro è potenzialmente molto efficiente, dimostrano gli studiosi – come Marco Scotti – delle reti di relazioni alimentare negli ecosistemi. Stiamo purtroppo imparando a rinunciare a questo vantaggio…
salve,
volevo farvi complimenti per il blog
veramente molto bello
continuate cosi!