La tv resiste meglio di altri media alla rete, dice l’Economist. Meglio della musica, meglio dei giornali di carta, forse anche meglio della radio.
Perché l’umanità ha ancora bisogno di punti di aggregazione per appuntamenti collettivi. E la tv li offre. Mentre la rete li moltiplica. Tanti piccoli punti di aggregazione (la rete) invece di pochi grandi (la tv).
Ma vedremo se questo continuerà nel tempo. Oggi la tv è decisamente cambiata. La tv generalista non è più centrale e regale come in passato. La tv resta importante anche perché si è a sua volta suddivisa in molti canali e sottocanali. La tv generalista ha conosciuto la sua forma di erosione del tempo e dell’attenzione del pubblico. L’Economist lo sottolinea, ma parlando di tv in generale non mostra abbastanza chiaramente come la tv di oggi sia difficilmente la tv di quindici anni fa.
La tv è il grande canale dei grandi eventi mediatici. E lo resta. Sport. Telefilm. Le notizie immediate dei grandi fatti che sconvolgono la vita quodidiana. Ma non basta certo più. Il suo futuro è, come per ogni altro medium, nell’adattamento al nuovo ecosistema mediatico che si è creato con l’emergere della rete internet. Non tutti i media reagiscono nello stesso modo. Ma tutti stanno cambiando di senso: non più imperatori del loro territorio, ma parti di un insieme più complesso.
Si direbbe che emergano diverse funzioni e diversi ruoli dei media. E che l’adattamento si configuri in ragione di queste diversità. La tv appare più adatta all’immediatezza delle sensazioni, aperta all’irrazionalità, alle emozioni. I giornali sembrano più adatti a ospitare anche il lato più razionale, empirico, fattuale dell’informazione. E la rete parrebbe votata a collegare i vari aspetti del tutto. Ma sono ipotesi che non possono essere generalizzate più di tanto. A oggi passo si possono trovare eccezioni.
Il problema è cercare di leggere le tendenze di fondo. E le esigenze di fondo: nell’ecosistema dell’informazione, gli spazi della ragione accomunano in base a un metodo di ricerca condiviso, empirico e razionale, gli spazi dell’irrazionalità accomunano invece in base a conoscenze comuni, esperienze già compiute, istinti indiscussi. Occorre la massima infodiversità. E il contributo finora portato dalla rete a questo scopo particolare è certamente molto significativo. Ma il processo non si ferma qui.
…personalmente non la guardo molto, anche la sera spesso ho da fare ma sono d’accordo con la frase : “La tv è il grande canale dei grandi eventi mediatici” …lo è sempre stato e credo che sempre lo sarà.