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Hans Magnus Enzensberger sulla televisione

C’è stata un’accesa polemica nel pubblico intorno a quanto Hans Magnus Enzensberger ha detto ieri sulla televisione

Enzensbergher è noto per le sue posizioni simpaticamente critiche in materia: ne parla come di uno strumento “buddhista”, nel senso che pacifica e combatte le preoccupazioni… E questo proprio perché ha separato chi produce informazione da chi la riceve, in una relazione non più di cultura attiva ma di passivo consumismo di massa definito da pochi centri di produzione…

«La televisione è come un farmaco. La sera lo si prende e ci si sente meglio. Oppure è come una lavatrice… anche il cervello ha bisogno di essere ripulito ogni tanto. Non è detto che sia un male…». 
Certo che, per uno che legge anche i bugiardini dei farmaci, come appunto Enzensberger, sarebbe il caso di scrivere anche il bugiardino della televisione… Oppure il manuale della lavacervelli, con tanto di capitolo sul troubleshooting… 
Ma l’ironia conversatoria di Enzensberger non è piaciuta a una critica televisiva che era in sala. Che ha inveito contro le assurdità sostenute sul palco. Dicendo che gli autori televisivi conducono una grande opera di relazione con il pubblico. E che alcuni telefilm recenti hanno qualità narrative straordinarie. 
Il che è vero, probabilmente. Ma non è il punto. Il punto, secondo Enzensberger, è che il consumo e la produzione di televisione costruiscono una società fatta di relazioni diseguilibrate. Tanto che le persone non sono particolarmente – dice lui – orientate a credere alla televisione: «ci si gode la tv ma non si crede alla tv…». Una relazione più equilibrata è quella nella quale tutti, almeno un po’, hanno una relazione attiva con le altre persone attraverso il medium… Per questo Enzensberger è tanto interessato a internet.

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  • penso che Pasolini, se fosse ancora vivo, non sarebbe contento di essere scimmiottato nelle citazioni. La frase “chi ti ascolta nel video ha un rapporto da inferiore a superiore, antidemocratico” mi sembra facile da confutare: ma non era lo stesso per la radio, per il cinema per la letteratura? Quando Pasolini faceva un film, lo spettatore non era inferiore? non era un rapporto antidemocratico?

  • Quanlche tempo fa (gasp-ita, addirittura nel maggio 2009!) Enzensberger definì il Kindle una “scatola mangialibri”.
    Lo scrittore “lamenta qualche difetto: tasti piccoli, vistosi buchi tra le righe, numeri di pagina che non si trovano”! Nessuno si unirebbe al suo lamento oggi?
    (il suo pezzo su Domenica de Il Sole24ore non scatenò, con mia sorpresa, alcuna reazione: sarà perché aveva effettivamente sbagliato l’analisi?)

  • @hamlet no davanti a un genio come te mi inchino e basta…guardandoti in faccia peró perché temo sia pericoloso con te mostrarti la
    schiena. Auguri!

Luca De Biase

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