La storia è stata penosa. E non cessa di generare perplessità profonde. E’ venuto fuori che al Climatic Research Unit della University of East Anglia, gli scienziati che studiano il cambiamento climatico si sono scambiati per anni email nelle quali raccontavano di come stavano aggiustando la comunicazione dei dati sul clima per ottenere il massimo effetto sull’opinione pubblica.
Su Wikileaks si possono scaricare decine di mega di mail dalle quali si evince che gli scienziati lavorano su una quantità di dati e dettagli enorme, ma che quando devono sintetizzare i risultati all’esterno, specialmente su un argomento così sensibile come il clima, tendono a ridurre i motivi di dubbio e aumentare l’effetto d’allarme.
Persone coinvolte dicono che lo scopo di quelle manipolazioni era di rendere più forte il messaggio. Ma affermano che la scoperta di questa manipolazione non deve far pensare che il cambiamento climatico non esista.
E’ anche vero che le frodi sui dati climatici non mancano da entrambe le parti. Un esempio è in uno studio di Douglas Keenan presentato in un paper di un paio d’anni fa. E un’analisi approfondita è quella di James Hoggan, autore del libro Climate Cover-up, che mostra la relazione tra le lobby industriali che non vogliono politiche troppo restrittive sulle emissioni e gli scienziati che negano l’importanza della relazione tra le attività umane e il cambiamento climatico.
Il fatto è che la scienza è un insieme complesso di osservazioni, ipotesi, falsificazioni, dubbi, teorie. Non è un insieme di certezze. Invece, i giornali e la politica lavorano essenzialmente sulle semplificazioni e le certezze.
Gli scienziati che vogliono avere un impatto sull’opinione pubblica o sulla politica sono tentati di semplificare le informazioni e di presentarle in modo da suscitare negil interlocutori delle certezze.
Una volta poi che abbiano conquistato un impatto sull’opinione pubblica e la politica, dunque abbiano conquistato un potere, quegli stessi scienziati vi rinunciano con difficoltà. Magari solo per continuare a poter finanziare le loro ricerche e quelle dei loro collaboratori.
Se poi gli scienziati si fanno servitori delle lobby, tutto è possibile.
Ma l’incontro tra scienza e politica non è certo una novità. Non lo sono neppure i conflitti d’interesse. E le manipolazioni. La gravità della situazione è che il pianeta ha bisogno di autorità credibili: religione, scienza, arte… Persone che si suppone siano motivate da valori diversi da quelli del potere e della ricchezza. L’organizzazione umana non può farne a meno. Ma fa di tutto per farne a meno.
Per avere un’idea più chiara sulle questioni climatiche, sarebbe opportuno consultare più fonti relative al discorso del global warming. Per quanto riguarda gli “allarmisti”, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per gli altri, i “tranquillizzatori”, è uscito sul Wall Street Journal di ieri un interessante articolo di Richard Lindzen, professore di meteorologia del MIT. Questo contributo offre una visione un po’ diversa, a mio parere interessante. L’articolo si può leggere qui: http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703939404574567423917025400.html
Luca, la questione è molto più grave: qui non c’è stata “semplificazione della comunicazione”, ma “manipolazione pesante dei dati”, eliminazione di data set non “coerenti” e addirittura distruzione dei dati originali provenienti dai sensori. E’ una cosa di una gravità inaudita. Altri scandali in altri settori non sono mai arrivati alla distruzione dei dati originali.
In secondo luogo, vorrei ricordare che le lobby che hanno interesse in un catastrofismo climatico sono ormai altrettanto forti di quelle che hanno finanziato alcuni scienziati più prudenti (concorderai che per decidere se i risultati di una ricerca sono validi quello che conta è la peer review e non sapere chi l’ha finanziata, o no ? Siamo ancora e sempre al “non importa cosa dice ma chi lo dice”… ?) e hanno motivazioni anche maggiori perchè in gran parte dipendono da sovvenzioni pubbliche non essendo in grado di stare in piedi da sole (vedi il fotovoltaico tedesco o l’eolico italiano, di cui si tacciono le “collaborazioni” mafiose, altro che “consorso esterno” e Spatuzza…). Quindi non vedo differenze extra-scientifiche tra un campo di opinioni e l’altro. Tra cinquant’anni si apriranno gli archivi e vedremo chi era veramente pagato da chi. Ma quello varrà solo per lo Storia, la Scienza spero avrà fatto la sua strada.
Anche io ho scritto qualcosa al riguardo sul mio blog….
http://www.duffysblog.com/2009/11/climategate-o-climatopoli-il-piu-grande.html
e mi permetto di segnalare una serie di articoli sulla cosa che potete vedere raccolti qui :
https://www.google.com/reader/shared/user%2F04556102293088043485%2Flabel%2Fclima
e fondamentale per capire a fondo la questione, questo paper scientifico appena rilasciato che riassume tutta la vicenda
http://www.scribd.com/doc/23504216/CLIMATEGATE-CAUGHT-GREEN-HANDED-Monckton
buona lettura
grazie dell’attenzione