Beh, è chiaro che la pubblicità online non è la panacea di tutti i mali. Anche se cresce più delle altre forme di pubblicità. TechCrunch riporta dati che segnalano come l’anno scorso sia aumentata del 20% in Italia. Ma vari dati sparsi registrano un rallentamento successivo. E addirittura qualche battuta d’arresto. Non solo negli Stati Uniti, come riportato da TechCrunch. Ma anche in Italia.
12/06/2009 11:20
1 Min Read
Congiuntura pubblicitaria
12/06/2009 11:20
1 Min Read
Ti potrebbe piacere anche
È cominciata ieri notte la Biennale Tecnologia 2024 con una performance di Club Silencio. Migliaia di ragazzi sono...
Narrazione contro informazione? Byung-chul Han e la crisi dell’incanto come problema politico
18/03/2024
Narrazione La nozione di “narrazione” è interpretata in tanti modi diversi, ma quando è presa sul serio è...
In un recente paper si osserva che il grandi modelli linguistici come ChatGPT e simili sono destinati ad avere sempre...
Luca De Biase
Knowledge and happiness economy Media and information ecology
News brevi
Utopie Realiste alla Biennale Tecnologia 2024
Narrazione contro informazione? Byung-chul Han e la crisi dell’incanto come problema politico
Il problema dell’incompletezza del linguaggio dell’intelligenza artificiale
I media dopo le masse. Ma anche dopo la parcellizzazione sociale
La credibilità del giornalismo a Glocal 2023
DSA. I primi rapporti sulla trasparenza delle piattaforme. Quanto odio c’è in rete? Ne sappiamo un poco più di prima. Troppo poco
La comunicazione imperfetta. Gabriele Balbi e Peppino Ortoleva da leggere
Per ridisegnare completamente l’economia dei dati
Oggi a Bruxelles: la prima delle cinque proposte per governare i rischi dell’intelligenza artificiale
Libro. Nils Melzer: Il processo a Julian Assange
Video
Approfondimenti
Il lavoro nel futuro. Upskilling e dintorni
Elon Musk, libertà di espressione, rispetto della diversità, regole sociali e labirinti morali. Con tre libri per discutere i preconcetti
Odio online a Moebius 2022
La privacy transatlantica e il nuovo ordine mondiale dei diritti
La prima decisione giusta di Elon Musk su Twitter
Internet dopo l’epoca delle privatizzazioni
Il giornalismo del clima: tra due complessità e mille difficoltà, con una visione
The risky weaponization of ESG and other media ecology problems
Se le compagnie telefoniche riusciranno a farsi pagare le reti da Google & Co.
Misoginia. Le fonti seicentesche del giudice che vuole consentire l’abolizione dell’aborto negli Stati Uniti
Post più letti
Post più condivisi
Commenti
- Informazione civica | Amazon non è solo un grande e-commerce su Il codice è codice, la legge è software: la cultura digitale è un diritto
- Observation Deck – Novembre 2023 – elementozero.it su ClosedAI – update
- Crossroads | Le ambiguità di OpenAI su ClosedAI – update
- camu su La biodiversità per affrontare l’emergenza climatica
penso che, semplicemente, se circolano meno soldi “veri” si compra meno, e si comprano anche meno spazi pubblicitari.
E la discesa della pubblicità online è ben attestata in USA. Sta succedendo anche da noi, sic dicunt.
Credo che la pubblicità e le relative statistiche, come tutte le altre cose e tutti gli altri dati, siano opinabili e discutibili perché basati su punti di riferimento diversi. Se l’anno scorso si è speso 100 in pubblicità on line, ad esempio, quest’anno lo stesso dato potrebbe risultare 80 perché non tiene conto delle nuove opportunità o delle nuove agenzie media che sono nate. La crisi si è fatta sentire soprattutto nelle grandi realtà ma non è detto che questo sia possibile riferirlo anche a strutture di gran lunga più piccole rispetto a chi è il riferimento fino ad oggi di un dato statistico. Io sostengo che non sia in atto una crisi ma un sostanziale cambiamento(escludendo il sistema finanziario che è marcio e corrotto) che ha trovato impreparati molti imprenditori.