Molte riforme e molte decisioni che si stanno preparando. Non si tratta di questioni facili. Non è questo il luogo (né l’autore) per riassumerle in modo tecnico: giuridicamente le nozioni sono molto sottili.
Ma vale la pena di segnalare che leggendo i giornali i motivi di preoccupazione si moltiplicano:
– I provider sarebbero obbligati a introdurre software in grado di bloccare la pubblicazione di materiale illecito online (legge passata al Senato e che si spera sia modificata alla Camera)
– I medici dovrebbero denunciare i clandestini che tentano di farsi curare nelle strutture sanitarie pubbliche
– Tutti sarebbero obbligati a farsi curare all’infinito anche nel caso si trovassero in situazione di vita vegetativa e anche se avessero espresso preventivamente e chiaramente la loro volontà contraria
– La rete Telecom Italia passerebbe sotto il controllo di una nuova società a sua volta partecipata da Mediaset (repubblica di carta di oggi)
– Chi pubblicasse gli atti delle indagini con le intercettazioni sarebbe perseguito in modo molto pesante
– Meno chiari gli incentivi e gli obblighi per la sostenibilità delle abitazioni (via verdi)
Il tutto dopo aver visto, secondo Roberto Ippolito, il governo abbassare la guardia contro l’evasione fiscale. E proprio in un momento di crisi che richiederebbe la raccolta di tutte le risorse possibili per tenere in piedi il bilancio statale.
Preoccupazioni fondate o infondate?
Che la rete Telecom Italia passi sotto il controllo di una nuova società mi sembra una cosa buona e sensata. Piuttosto bisognerebbe poi mettere questa società in mani pubbliche (o a controllo pubblico) e si dovrebbe lasciare la possibilità che in questa società ci entrino come soci tutti quegli operatori che vogliono essere della partita. Intendo: non importa se c’è Mediaset, l’importante è che non sia la sola, che non sia in mano sua il controllo, che non sia la sola a decidere e che non impedisca agli altri competitor di avere accesso a questa rete.
Scusa, ma non ti capisco:
1) – I provider sarebbero obbligati a introdurre software in grado di bloccare la pubblicazione di materiale illecito online (legge passata al Senato e che si spera sia modificata alla Camera): mi spieghi come farebbero senza un DRM universale, è la classica cosa di facciata che non serve a nulla. Comunque, meglio se non ci fosse una legge del genere, ma tieni conto delle pressioni del padrone del tuo giornale
2) – I medici dovrebbero denunciare i clandestini che tentano di farsi curare nelle strutture sanitarie pubbliche: il DDL dice “potrebbero”, non “dovrebbero”. Mi sembra una distinzione fondamentale.
3) – Tutti sarebbero obbligati a farsi curare all’infinito anche nel caso si trovassero in situazione di vita vegetativa e anche se avessero espresso preventivamente e chiaramente la loro volontà contraria – falso. Il DDL dice solo che alimentazione e idratazione assistita non sono accanimento terapeutico nè misure sanitarie.
4) – La rete Telecom Italia passerebbe sotto il controllo di una nuova società a sua volta partecipata da Mediaset (repubblica di carta di oggi): e allora ? Mi sembra molto normale che una rete tecnologica sia controllata dai suoi utilizzatori. Oppure il problema è Mediaset e se fosse CIR andrebbe bene ? Se Mediaset si compra,come si dice, la parte italiana di Tiscali, potrebbe anche rinunciare a Telecom….
5) – Chi pubblicasse gli atti delle indagini con le intercettazioni sarebbe perseguito in modo molto pesante: non sono GIA’ ORA SOTTOPOSTI A SEGRETO ISTRUTTORIO ????? Stai dicendo che bisogna eliminare il segreto istruttorio per alcune categorie di cittadini ?
6) – Meno chiari gli incentivi e gli obblighi per la sostenibilità delle abitazioni (via verdi): non sono MENO CHIARI gli incentivi: sono semplicemente sottoposti a un tetto di spesa annuale. Discutibile quanto si vuole, ma dall’inizio la qestione era insostenible perchè è una misura con stanziamento imprevedibile, e nn compatibile con il bilancio di nessuno Stato. E per gli obblighi, semplicemente è la solita proroga perchè NESSUNO è in regola perchè la regola era imposta con tempistiche irrealistiche, di facciata (la classica Pecorarata) e apposta per essere rinviate (vedi caso 626 et similia).