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Mercoledì, 19 marzo 2008
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Apple, musica e consumatori
Lo scoop del Financial Times sul nuovo modello di business che si starebbe studiando alla Apple è di quelli che vanno commentati.
In pratica si starebbe studiando l'idea di dare la musica gratis su iTunes. Le major guadagnerebbero con una quota del valore degli iPod e degli iPhone venduti. Un po' come hanno pensato alla Nokia.
Con una differenza: la Apple guadagna una quota del valore traffico generato dai suoi iPhone per i carrier. Mentre altri hanno sempre dovuto pagare i carrier per ogni oggetto scaricato in rete. Questo andrà a posto nel tempo, ma per ora è una bizzarra distorsione della situazione.
Ne emerge che i carrier ci perdono, le major e la Apple potrebbero avere un bilancio pari o positivo, i consumatori ci guadagnano.
Altre probabili conseguenze. Per un certo periodo, la Apple avrà un vantaggio nel suo piccolo giro d'affari dei telefonini rispetto agli altri produttori di cellulari. La Apple tenderà probabilmente a proporre al mercato un ricambio più rapido degli iPod. I consumatori usciranno dall'illegalità.
Naturalmente queste sono ipotesi. Fondate su uno scoop ancora ipotetico. Ma sono cambiamenti troppo interessanti per non faci un po' di fantasia sopra.
3:42:09 PM
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Finanza senza rete
Anche Jonathan Stempel della Reuters, pubblicando sull'International Herald Tribune, commette l'errore di scrivere un pezzo critico sugli analisti. Dico anche perché qualche tempo fa ho pubblicato un post, molto più generico, che conteneva l'errore di generalizzare sull'intera categoria. Sta di fatto che il disastro della gigantesca banca Bear Stearns non è stato previsto da molti analisti e sta di fatto che si nota un conformismo nelle analisi che oltre a essere preoccupante è anche distorsivo della dinamica del mercato finanziario.
In questo senso, il meccanismo finanziario sembra fatto per fare da volano alle cose che tutti pensano. Ma in questo modo rischia di diventare una macchina per le bolle speculative. E di avere conseguenze nefaste sull'economia reale.
Oppure può finire per consumare le riserve di fiducia dei risparmiatori e degli investitori nel modo in cui la finanza si autovaluta. Con conseguenze negative per tutto il sistema. Il tema, secondo me, è che la finanza deve smettere di funzionare sul brevissimo termine e darsi dei parametri di valutazione orientati al lungo termine... In questo modo si connetterebbe meglio all'economia reale.
I blogger interessati alle vicende della finanza sono destinati, anche in questo caso, a diventare sempre più decisivi: perché loro non possono vivere dello stesso conformismo che pervade molti tra i produttori ufficiali di analisi finanziarie.
In questo modo, finirebbe il timore di una finanza senza rete.
3:29:46 PM
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2008
Luca De Biase.
Last update:
31-03-2008; 17:27:50.
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