Mercoledì, 12 marzo 2008

Telecom in borsa Secondo me, il management di Telecom Italia non dovrebbe essere troppo scontento dei bassi valori di borsa raggiunti dalla loro azienda. Partire bassi consente di arrivare un po' più alti. Ma prima o poi dovranno dire anche qualcosa di più importante sul piano strategico. Imho. 12:41:35 PM    comment []; Persone felici e aziende redditizie L'Italia ha salari bassi in Europa. Sia nelle aziende, sia nei laboratori. Ma gli italiani intanto lavorano e producono. Le esportazioni aumentano e i laureati trovano lavoro. I segnali sono assurdamente contraddittori: la sofferenza di alcuni e l'edonismo di altri, l'impegno di alcuni e il privilegio di altri. Come sempre, forse. Più di sempre, forse. Perché chi si impegna, oggi, si impegna come non mai. E chi gode di privilegi, oggi, gode come non mai. La strada per sparigliare va cercata, penso, nei meandri della grande trasformazione che stiamo attraversando, se la interpretiamo correttamente e non la subiamo. Non sarà facile. (Ma non è impossibile, accidenti!). Le contraddizioni del momento sono emerse anche ieri all'Unione industriali di Roma, dove si è svolto un interessante dibattito sulle relazioni tra imprese e università per quanto riguarda la formazione e il reclutamento di personale in azienda. Il dibattito mi è piaciuto soprattutto perché tutti gli interlocutori hanno affrontato il problema in chiave sistemica ma raccontando in che modo pensano di contribuire a risolverlo. Buon senso di responsabilità. Chi c'era? Roberto Maglione, direttore centrale risorse umane di Finmeccanica, Stefano Scabbio, amministratore delegato di Manpower, Massimo Egidi, rettore della Luiss, Piero Lucisano, prorettore della Sapienza. In fondo sono soddisfatti di come vanno le cose per le loro organizzazioni, anche se sono critici per come vanno le cose del sistema nel suo complesso. Tipico paradosso del momento. Prima dei loro interventi sono state presentate due ricerche, fatte nel Lazio e in Lombardia, che descrivevano le richieste delle imprese ai neolaureati e alle università. Ne sono emersi, obiettivamente, argomenti abbastanza prevedibili. Ma le testimonianze del panel hanno dato conto di un quadro meno ovvio: in effetti, la disoccupazione intellettuale appare meno drammatica che in passato. Mentre c'è il tema tema dell'incertezza sui contratti e sulla loro durata: a fronte di questo però pare ci sia una sorta di maturazione di un mercato professionalmente più limpido (Scabbio). E se c'è meno disoccupazione, alla lunga ci può essere anche maggiore forza contrattuale anche da parte di chi offre la propria professionalità. A quanto ha detto Scabbio, i laureati italiani sono richiesti e i laureati in materie tecniche e scientifiche scarseggiano. Maglione ha detto che, in fatto di preparazione, gli ingegneri italiani non hanno nulla da invidiare a quelli degli altri paesi. E quello che manca lo insegna la Finmeccanica con una sorta di università interna. Occorre avere più iscritti alle facoltà tecniche e scientifiche, ma di per sé l'università fa un buon lavoro. Scabbio ha parlato con un certo pessimismo sulle prospettive del sistema, ma non ha potuto non rilevare che il suo business e le prospettive di lavoro delle persone che passano dalla sua azienda sono positive (la sua azienda in particolare sta contribuendo a un fenomeno clamoroso: mentre un tempo il lavoro si trovava per passaparola, adesso metà delle assunzioni passa per un processo formale e professionale più limpido, con le agenzie come la sua a svolgere il lavoro di intermediazione). Egidi e Lucisano hanno detto che i loro laureati trovano lavoro sistematicamente. E in particolare Lucisano, con un certo orgoglio, ha dato l'immagine di un'università che serve alla cultura, non solo le imprese ma tutto un ecosistema che domanda lavoro e che non è concentrato solo sulle competenze tecniche e su persone disponibili alla disciplina aziendale. Stiamo entrando nell'era della conoscenza. No? Già. La sofferenza dei giovani che si sentono precari e delle aziende che vanno male sul mercato convive in questo paese con il successo di aziende che guadagnano quote di mercato globale (un fenomeno registrato in modo molto evidente nel 2007) e con nuove professionalità emergenti (sulla cui base si dà una risposta alla questione della precarietà). C'è chi sta vivendo il proprio tempo e chi non è in sincrono. Occorre dare risposte giuste a tutte e due le categorie. Altrimenti non ne usciamo. (Visto che attraversiamo una grande trasformazione e che tutto si potrebbe ridefinire, ho vissuto il dibattito pensando che non ci sia niente di male a dire che il problema dell'accesso al lavoro dei giovani neolaureati va innanzitutto interpretato con l'obiettivo di avere persone felici e aziende redditizie. Un'affermazione che ha suscitato il sorriso dei partecipanti. Hanno sorriso: non sbeffeggiato cinicamente o ironizzato vittimisticamente. Il sorriso era del tipo: stiamo soffrendo tutti quanti, ma questo obiettivo è in effetti condivisibile. Casomai si può dire che è ambizioso: ma perché non porre almeno metodologicamente il problema in questo modo?) 12:36:47 PM    comment []; Ciarrapico Promemoria. Ciarrapico ha fatto il mediatore tra Fininvest e Espresso nelle fasi finali della trattativa - condotta a suon di carte bollate e di giudizi iperveloci in tribunale - per il controllo della Mondadori. (Intanto, il giudizio sul lodo Mondadori si è abbastanza chiuso. Forse). 10:14:18 AM    comment [];

© Copyright 2008 Luca De Biase. Last update: 31-03-2008; 17:27:33. This theme is based on the SoundWaves (blue) Manila theme.

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