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Chiose al Parlamento europeo

Mi pare che le decisioni odierne del Parlamento europeo siano state travisate dai difensori dell’attuale stato delle cose. In realtà, sono abbastanza semplici, giuste e tempestive. Nella decisione, sostenuta tra anche dal Pd e da altri partiti della maggioranza italiana, ci sono tre messaggi politici importanti (vedi il comunicato e il testo):

Sui motori di ricerca dice:

The resolution underlines that “the online search market is of particular importance in ensuring competitive conditions within the digital single market” and welcomes the Commission’s pledges to investigate further the search engines’ practices. It calls on the Commission “to prevent any abuse in the marketing of interlinked services by operators of search engines”, stressing the importance of non-discriminatory online search. “Indexation, evaluation, presentation and ranking by search engines must be unbiased and transparent”, MEPs say.

Sulla net neutrality dice:

MEPs stress that “all internet traffic should be treated equally, without discrimination, restriction or interference”. Parliament urges member states to start negotiations on the telecoms package, so as to “put an end to roaming charges inside the EU, provide more legal certainty as regards net neutrality and improve consumer protection”.

Infine sostiene la standardizzazione e l’interoperabilità delle piattaforme:

MEPs call on the Commission “to take the lead in promoting international standards and specifications for cloud computing” so as to ensure that it is privacy friendly, reliable, accessible, highly interoperable, secure and energy efficient.

In sostanza, non si occupa di antitrust ma di salvaguardare un’internet aperta, standard e neutrale. Prende una posizione politica motivata con l’esigenza di sviluppare il digitale in Europa. E chiede alla Commissione e agli organi competenti di perseguire una strategia coerente.

La disinformazione a favore dell’attuale assetto, che consente di fatto alle grandi compagnie di immaginare strategie che rischiano di snaturare internet, dovrebbe essere contrastata.

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  • Si, ma lo stesso documento a cui lei fa riferimento, riporta anche la frase:

    …MEPs also call on the Commission to consider proposals with the aim of unbundling search engines from other commercial services” in the long run.

    Più chiaro di così!
    E’ proprio sicuro che decine di siti web specializzati abbiano travisato?

    Saluti,
    Antonio

    • Beh, imho questo dice che il parlamento non chiede niente di simile allo spezzatino Google annunciato da molti siti (in particolare americani): mi pare che si rimetta alla competente autorità antitrust per contrastare un possibile abuso di posizione dominante. E ovviamente suggerisce di considerare anche l’unbundling. Ma mi pare chiara la differenza di posizione: mentre sulle altre questioni il linguaggio usato dal parlamento è assertivo e netto su questa questione è ben più prudente. O mi sbaglio? La conclusione però la tiro del tutto domani in un pezzo per il Sole.

  • intanto è un pò curioso che la parte riportata sui motori di ricerca lei abbia omesso proprio la frase che Antonio di Motta le ricorda. Curiosissimo poi che sulla intenzione di proporre come rimedio antitrust lo spezzatino, si siano sbagliati non solo tutti i media che i politici sia i favorevoli che i contrari e persino i proponenti della risoluzione che hanno sbandierato la loro soluzione antitrust. Per non dire dei commissari interessati che hanno ribadito le loro prerogative nonché i regolamenti e le procedure su cui si basano le attività antitrust europee. Che bisogno c’è domando di “negare” che questa sia la innovativa proposta avanzata nella risoluzione Tremoso Shwab. Forse per non entrare nel merito della proposta? Seguo la sua lunga esperienza e competenza indiscussa sulle tecnologie e l’economia digitale su tutti i media vecchi e nuovi e non dubito della indipendenza delle sue opinioni, che vedremo illustrate domani sull’autorevole organo di Confindustria, ma leggerLa negare che si tratti di separazione dei motori di ricerca (nemmeno dei Social o altro) dalla Pubblicità e servizi a pagamento è davvero sorprendente!

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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