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L’America non è neutrale. Ma discute a fondo

La neutralità della rete è diventata un argomento di discussione importante in America, anche perché le nuove regole proposte dalla FCC la aboliscono e il numero delle persone che hanno scritto qualcosa per la consultazione in materia ha taggiunto i 3,7 milioni. Segno che almeno là non è considerato un tema tecnico ma di civiltà.

Un passo avanti è stato segnato con l’apertura del dibattito sull’eliminazione della diversa interpretazione della net neutrality su internet mobile e fissa. Anche il mobile deve aprirsi.

Si legge su Wsj, sito a pagamento: “Federal Communications Commission Chairman Tom Wheeler last week raised the possibility that the agency would subject broadband mobile to proposed “open Internet” rules.”

Intanto pare si sviluppi un compromesso generale sulla prioritizzazione. Non sarebbe più una corsia preferenziale per i servizi che pagano di più gli operatori, ma una scelta degli abbonati che pagherebbero di più per certi servizi purché prioritizzati sulla loro connessione (WaPost).

Ci si domanda se questa strada apparentemente più giusta non condurrebbe chi offre i servizi a pagare i consumatori perché comprino la prioritizzazione. Ma a occhio non sembra tanto intelligente. Commenti benvenuti.

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  • per inquadrare bene la discussione in corso negli Stati Uniti bisogna tenere in considerazione tutto il quadro di quello che sta avvenendo in Internet e nel Web.

    Negli ultimi anni si sta assistendo in Internet nel Web ad un incremento del traffico criptato [2], cioé i Content Provider (CP) stanno aggiornando i loro siti Web e quasi tutti oramai sono accessibili solo attraverso https:// (i.e. TLS): Facebook e Google oramai sono accessibili solo attraverso https. Questo sicuramente fornisce un miglior livello di privacy all’utente, ma allo stesso tempo protegge il core business di molti Content Providers che basano il loro revenue model sulla possibilitá unica di profilare l’utente. Google é in prima linea nel promuovere questo passaggo [1].

    A questo si aggiunga che con la nuova versione di HTTP (i.e. HTTP2) che sta per uscire nei prossimi mesi, quasi tutti i Browser hanno annunciato che supporteranno HTTP2 esclusivamente criptato (i.e. over TLS).

    Ora se tutto il traffico nella rete Internet diventa criptato, i Telecom Provider e nello specificio gli Internet Service Provider (ISP) si vedranno venire meno la possibilitá di offrire specifici servizi agli utenti e di conseguenza vedranno venire meno una parte delle revenue provenienti dagli stessi.
    Inoltre essendo tutto il traffico criptato diventa difficile se non impossibile per gli ISP capire quali applicazioni gli utenti stanno utlizzando ed in qualche modo diventa anche piú difficile la gestione della rete in se (per non parlare che il modello SDN é basato sulla conoscenza del tipo di traffico generato dall’utente).

    In una situazione del genere gli ISP hanno semplicemente 2 scelte:
    1) accettare di diventare una dummy pipe. Gli Over the Top hanno dimostrato di essere in grado di fornire servizi di qualitá senza bisogno dell’aiuto degli ISP.
    2) cercare di cambiare le regole del gioco.

    Ora il lasciare decidere all’utente cambia le regole del gioco.
    Se un utente decide di voler prioritizzare del traffico non e’ sempre sufficiente, per ragioni tecniche che sto qui ad elencare, che dia l’indirizzo IP o il sito web del content provider… ma deve fornire molte piú informazioni. Informazioni che nell’attuale trend non saranno visibilli o almeno non sempre (anche l’indirizzo IP a volte sará invisibile all’ ISP vedi l’uso del Google Data Compression Proxy).
    Quindi se passa la proposta che l’Utente puó richiedere di prioritizzare del traffico, tecnicamente significa che alcune informazioni che la criptazione rende impossible dovranno comunque essere visibili all’ ISP.
    Qui si aprono vari scenari: l’utente deve fornirnle all’ ISP (sará interessante capire il come; soprattutto se non si é coinvolti direttamente nel dibattito); il Conten Provider (CP) le fornisce all’ISP cioé ci saranno degli agreement tra CP e ISP.
    In ogni caso sembrerebbe che questa proposta favorirebbe in qualche modo l’ISP a discapito del CP.
    Per questo non sono d’accordo con l’affermazione nell’articolo “the practice could shift economic power for potentially determining the rise and fall of Internet businesses from ISPs to consumers”
    A mio parere: it seems more a shift from Content Provider back to ISPs thru consumers.

    Sicuramente sono stato abbastanza confusionario e criptico in certe parti, ma sono ben lieto di parlarne e discutere nei vari aspetti… con le persone interessate

    [1] http://online.wsj.com/articles/google-to-boost-encrypted-websites-in-rankings-1407384244?mod=djemalertTECH
    [2] http://www.ericsson.com/mobility-report

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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