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Dilemma strategico per Google

Se fosse vero che il motore di ricerca di Google favorisce certi siti piuttosto che altri in funzione degli interessi economici dell’ormai vasta azienda Google, se le persone se ne accorgessero e cominciassero a non credere più a Google come un motore di ricerca obiettivo con una chiara distinzione tra pubblicità e informazione ma si facessero la convinzione che tutto quello che Google offre non è altro che quello che a Google interessa offrire, allora sarebbero dolori per Google. Tutti i motori di ricerca concorrenti diventerebbero improvvisamente più interessanti. E la dominanza attuale – motivata essenzialmente dalla qualità del motore di Google – sarebbe messa in gioco.

La grande importanza di Google attira contro l’azienda una quantità di accuse di ogni genere. Compresa quella di aver tradito la funzione originaria del suo motore. Ne parla a lungo il Wall Street Journal. E molti tra coloro che si lamentano non sono del tutto esenti dal sospetto di avere a loro volta approfittato delle caratteristiche del motore di Google per far salire i loro siti nel ranking in modo non del tutto corrispondente alla logica e alla ratio dell’algoritmo googliano.

Per Google è strategico tenere ferma la funzione del suo motore: che dà conto dell’importanza che il popolo della rete attribuisce alle pagine non dell’interesse che Google ha in quelle pagine. La netta distinzione delle pagine sponsorizzate è sempre stata una dimostrazione di lealtà nei confronti del pubblico. E così deve continuare a essere. La credibilità di guadagna con un lungo lavoro, si perde in poco tempo.

Il dilemma in ogni caso è: Google cercherà di guadagnare il più possibile nel breve termine con le tecnologie che ha già inventato, o cercherà di continuare a crescere inventando nuove e migliori tecnologie? Forse, specialmente se per inseguire il breve termine dovesse rovinare la propria credibilità, fare entrambe le cose non sarà possibile.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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