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Localizzazione al rallentatore

Dire rallentatore è solo un eufemismo per quello che succede online. Insomma, anche la localizzazione va veloce nei social network. Solo che a paragone con il resto sembra sempre un po’ più lenta. Solo il 4 per cento degli americani ha provato i servizi basati sulla localizzazione, solo l’1 per cento lo fa ogni settimana. E sono quasi tutti tra i 19 e i 35 anni. Ne parla un’inchiesta del New York Times. Perché? Ci sono diverse ipotesi:1. Pudore, o privacy…2. Mancanza di un valore d’uso percepibile3. Eccesso di commercializzazione del dato4. Lento decollo...

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Promemoria Wikileaks

Segnalava su Nexa Arturo di Corinto, un documento pubblicato su Cryptome secondo il quale la Wau Holland Foundation, che sostiene finanziariamente Wikileaks, pubblicherà entro fine agosto i dati sui suoi finanziatori.

Il pezzo di oggi sul Sole.
Un promemoria per ricapitolare.
I post di ieri e di pochi giorni fa.
Una breve intervista ad Assange.

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Kindle. E la biblioteca della mente

Il nuovo Kindle piace alla critica. Non si sa quanto, ma si presume piaccia molto anche al pubblico. Difficile non vedere i vantaggi di questa tecnologia – reader sempre connesso con funzioni di ricerca nel testo più negozio iperfornito – e dunque non immaginare che si tratta almeno di un nuovo modo per fruire di quei lunghi testi che un tempo si chiamavano libri. Un modo fantasticamente adatto all’aggiornamento di chi legge saggi americani di attualità, di chi ama portarsi in viaggio una quantità di romanzi e saggi, di chi studia un argomento a fondo… E chissà quanti...

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Cosmo, siamo davvero tutti una rete

Gli amici in rete si sono accorti che il 4 settembre, in prima serata, andrà in onda Cosmo, un programma televisivo realizzato da Gregorio Paolini e la sua Hangar per RaiTre. Ne sarò il conduttore. (Grazie a Mante, Michele, Dario… e poi a Idenditag e a tanti tanti amici che ne hanno scritto in mail, twitter, facebook…). Per uno che si mantiene agli studi lavorando nella carta stampata e nel web, partecipare alla realizzazione di una trasmissione tv è un’esperienza istruttiva (e grazie al Sole 24 Ore che mi consente di fare anche questo). Ne avevo scritto un paio di note. Ma...

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Giornalismo delle cartine

Bbc fa una pagina in cui si vedono le dimensioni geografiche coinvolte dai grandi eventi (attuali o storici) e le confronta con posti più conosciuti dagli utenti.
Per esempio si può vedere l’estensione dell’alluvione in Pakistan e confrontarla con la dimensione dell’Italia.

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Analisi a spanne 2.0

Avinash Kaushik rilancia l’importanza dell’analisi qualitativa dei servizi web. Altro che numeri. Quello che conta è l’esperienza, dice in pratica. Ma il suo contributo è rilevante: si può sviluppare un metodo per gestire l’analisi qualitativa in modo relativamente controllabile. Questo metodo, alla lunga, riporta in primo piano la responsabiltà e il senso del rischio di chi fa le scelte su interfaccia, contenuti, struttura, affidabilità, facilità d’uso dei servizi online. E mi pare una conseguenza molto positiva. Contro la deresponsabilizzazione che talvolta...

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Zombie Media

L’esperto di “media morti”, Tim Carmody, scriverà per Wired, il magazine americano che ha appena esteso il suo territorio d’indagine al web. In bocca al lupo a Tim. (Una precedente citazione del suo lavoro).

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Lady Gaga supera Britney Spears

Con 5,76 milioni di followers, Lady Gaga supera Britney Spears anche su Twitter. E secondo la Reuters, questo weekend, è diventata la persona più seguita su quella piattaforma.
Resta da chiedersi come avesse fatto Britney a restare in testa così a lungo…

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Implosioni d’immagine

Grande pezzo sulle strategie di pr che sono state adottate in seguito alle catastrofi che hanno causato l’implosione dell’immagine di Toyota, Bp e Goldman Sachs. Tutto da leggere. Non si esce da quelle crisi con lo spin, a quanto pare. È molto più profondo. Il cinismo può far molto male. (Peter Goodman, New York Times)

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Peggio della pubblicità nei libri

Ogni tanto si parla di pubblicità nei libri. Poi non succede. Per molti motivi, nonostante il ragionamento di chi propugna questa soluzione non sia assurdo (anzi, probabilmente è troppo razionale). Ma questa volta il ragionamento che avanza è consistente: i libri sono come i film, dunque non possono essere interrotti dalla pubblicità. Ma come i film possono essere ottimi generatori di senso per i prodotti che i personaggi usano: product placement nei libri. (Paul Carr, TechCrunch)

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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