Michael Arrington scrive un post sulla fine della reputazione. Non si può fermare, dice, la quantità di post che parlano male delle persone o che pubblicano foto, video o testi diffamatori o semplicemente critici verso gli altri. E quando quei post sono pubblicati, sono destinati a restare per sempre online. Arrington è convinto che stia addirittura per nascere un servizio dedicato alla demolizione della reputazione altrui. Resistance is futile.
La campanella della reputazione
È un’opinione che assomiglia a quella espressa più volte da molti autorevoli osservatori, da Scott McNealy a Erick Schmidt, sulla fine della privacy online. Le piattaforme più importanti, in effetti, sono molto più interessate alla libera circolazione di non importa quale informazione piuttosto che alla qualità di ciò che viene fuori.
Non si vede perché non possa essere in preparazione invece un nuovo servizio pensato al contrario per incentivare lo sviluppo di un maggiore equilibrio tra libertà di espressione, qualità dell’informazione anche sulle altre persone e privacy. È un bisogno emergente enormemente importante. La reputazione è al centro della relazione che ogni individuo intrattiene con il resto della società, come del resto la privacy è al centro della profondamente creativa distinzione tra individuo e società. Senza difesa della reputazione e della privacy si arriva diritti all’autoritarismo di chi avendo già potere può usare l’informazione come un’arma repressiva della libertà individuale.
Di fronte a questi pensieri oscuri, soccorre la fiducia pragmatica di Hans Magnus Enzensberger che nega la possibilità del totalitarismo perché i punti di vista individuali e le possibili azioni diversive sono talmente elevati che a loro volta i poteri autoritari centralizzati non possono diventare totalitari.
E soccorre il cultware: la cultura di chi pensa che per ogni problema ci sia qualcosa da fare per risolverlo.
” Arrington è convinto che stia addirittura per nascere un servizio dedicato alla demolizione della reputazione altrui. Resistance is futile.”
Ma esiste già ! Si chiama giornalismo.