«Se la guerra è il metodo scelto da Dio per insegnare la geografia agli americani, la recessione è la sua maniera di impartire a tutti un po’ di lezioni di economia».
La crisi attuale per Raj Patel dimostra che «la retorica del libero mercato serve in realtà a camuffare attività che con i mercati non hanno nulla a che vedere». L’homo oeconomicus è parte di quella retorica. Di sicuro qualche homo del genere è riuscito a convincere molti governi a salvare le banche responsabili della crisi per mantenere il più a lungo possibile in vita il sistema attuale. Ma questo non significa che tutta la popolazione umana debba necessariamente conformarsi ai dettami antropologici della finanza.
Patel esplora molti paradossi dell’economia e li confronta con punti di vista che di solito si dimenticano, dove la razionalità concreta di alcune popolazioni del Sud del mondo fa una figura migliore dell’astratta razionalità dell’homo oeconomicus occidentale (che poteva vantare fino a qualche tempo fa i risultati migliori ma che recentemente appare in difficoltà). E cerca le radici del valore, nella strana vicenda che l’economia attraversa in questo periodo storico.
La lettura di Patel va affrontata con pazienza. Il libro è divertente. Le sue conseguenze però richiedono più tempo di quanto ne lascino alla riflessione quelle che lui stesso definisce «illusioni del capitalismo».
Ma il racconto di ciò che c’è oltre la crisi è l’unico modo di superarla.
Che noia questi libri, tutti uguali…. e il Sud del mondo, e il capitalismo che illude, e l’antropologia che non si sa che fa… passatempi per ricchi capitalisti.
Sarà…ma preferisco questi libri a quelli dei troppi pennivendoli conformi a ciò che i potenti dettano. Il capitalismo illude e il sud del mondo è stato depredato.