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Silos e piattaforma. Un’architettura emergente per una nuova pratica politica. A occhio e croce

Osservazioni ingenue. Forse si può notare qualche segnale che emerge dal caos delle pratiche politiche italiane: potrebbe emergere una nuova architettura della pratica politica? Meglio non illudersi. Ma perché non cercare di leggere i segnali deboli?

Il primo segnale è stata la riuscita distinzione tra la polemica sulla tenuta del governo e la polemica sulle decisioni che il Senato era chiamato a prendere in relazione al caso dell’ex presidente del Consiglio condannato in Cassazione. In pratica, sebbene attraverso la bizzarra scissione di un partito, di fatto le forze politiche sono riuscite a far funzionare una distizione tra la discussione su una questione di principio che doveva essere condotta in Parlamento e la discussione pragmatica sull’appoggio al governo. Un segnale debole e contraddittorio. Ma che può condurre a separare nella pratica il dibattito sui principi etici-ideologici (per esempio sui diritti civili) che può essere condotto in Parlamento e trovare le maggioranze specifiche che i temi di quel genere possono trovare, dall’appoggio al governo.

Il secondo segnale debole è stata la riuscita – per ora – distinzione tra l’iniziativa dei partiti sulla nuova legge elettorale e la discussione parlamentare in materia. I partiti sono riusciti per ora a separare l’appoggio al governo dall’accordo tra i partiti sul tema specifico.

Un terzo segnale debolissimo è stata la consultazione civica sulla Costituzione che è avvenuta con buona armonia: i cittadini hanno separato le polemiche sul ministro che aveva lanciato la consultazione e la discussione sul merito della consultazione stessa.

Queste distinzioni sono nuove.

In precedenza tutto il lavoro politico si svolgeva in un silos nel quale ogni cosa era collegata a ogni altra in modo che ogni cosa poteva mettere in discussione in governo: sicché la politica parlamentare si esauriva nell’appoggiare o abbattere il governo su questioni poste quasi sempre dal governo stesso. Elezioni, parlamento, governo erano un monoblocco. Una questione di diritti civili, tipicamente ideologica o identitaria per i partiti, poteva mettere a rischio il governo perché il Parlamento non era in grado di lavorare in autonomia dalla sola funzione che il silos lo condannava a svolgere: appoggiare o abbattere il governo. E i partiti si trovavano a dover risolvere le questioni pragmatiche al loro interno, concedendo un po’ a questo e un po’ a quello pur di arrivare a una decisione condivisa sulla tenuta del governo.

Tutto questo è tutt’altro che passato.

Ma qualcosa forse cambia. Vediamo un caso piuttosto negativo. La legge di stabilità ha funzionato anche come un grande sistema di concessioni alle varie lobby avvenuto per via parlamentare, ma all’interno di vincoli stabiliti dal governo che in pratica non sono stati disattesi, in ottemperanza ai vincoli stabiliti dall’Europa. La trattativa per la stabilità è stata prevalentemente parlamentare; il governo è apparso concentrato sull’attività di evitare che i vincoli fossero ignorati; il governo ha scritto un un frame, le varie forze in campo hanno operato per via parlamentare.

Potrebbe emergere un’architettura a piattaforma. Nella quale ai vari livelli istituzionali si fanno scelte specifiche su temi diversi, adeguati al contesto istituzionale nel quale si discutono, senza mettere ogni volta in discussione tutto. Si sceglie una legge elettorale tra partiti, si decide sui diritti civili in parlamento, si stabilisce il quadro strategico per l’ecomomia al governo. E i cittadini scelgono non solo votando ma anche partecipando sulla loro piattaforma civica all’elaborazione delle istanze.

Silos e piattaforma si confrontano continuamente. Anche nella pubblica amministrazione. E la nuova architettura definita dall’agenda digitale fa sperare che si vada verso la piattaforma abbandonando l’inefficiente sistema dei silos.

Non sarebbe male. Se non fossero segnali debolissimi di tendenze fragilissime.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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