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Agcom e diritto d’autore

La rete è un bene comune. Ma regolamentazioni inconcludenti, azioni dei servizi segreti, appropriazioni indebite da parte di piattaforme globali, violazioni delle leggi da parte di criminali più o meno organizzati, la stanno sottoponendo a uno stress piuttosto pesante.

I cittadini sono chiamati a difendere il loro bene comune. Altrimenti altri lo rovineranno.

La prossima tappa è la consultazione sulla controversa iniziativa dell’Agcom in materia di diritto d’autore. La presentazione dell’iniziativa era tutta orientata a dimostrare che l’intervento sarebbe stato equo ed equilibrato. Secondo i critici, la lobby della televisione ben rappresentata nell’Agcom sembra essere riuscita a introdurre cambiamenti nella proposta di regolamento: era stata annunciata una regolamentazione molto chiaramente circoscritta alla repressione dei siti che fanno commercio di materiale soggetto a diritto d’autore altrui; secondo alcuni osservatori coinvolge invece un po’ tutti (Sarzana).

I critici più forti mettono in dubbio la stessa correttezza giuridica di un interventismo diretto dell’Agcom. E’ una tematica tecnica. Ma i princìpi della rete sono chiari: un intervento non dovrebbe avvenire in modo tale da garantire solo le pretese dei proprietari del diritto d’autore senza un equilibrio a favore dei chi si difende dalle loro eventuali accuse, dei cittadini che non fanno commercio di proprietà altrui, dei provider che non hanno intenzione di diventare poliziotti, delle piattaforme che si sviluppano se sono abbastanza indipendenti dalla responsabilità di chi le utilizza, come ben comprende la legge europea sull’ecommerce.

L’innovatività della rete dipende dalla libertà con la quale la si utilizza. La libertà non è certo quella di commettere crimini. Ma la repressione dei crimini va proporzionata alla loro gravità e non deve coinvolgere troppo chi non li commette. Se in una casa con più appartamenti c’è un covo di ladri non si chiude l’intera casa e non si chiede agli altri inquilini di buttare fuori i ladri: si interpella la magistratura e si segue una procedura civicamente corretta.

Non c’è dubbio che il diritto d’autore sia un valore importante. Ma la sua difesa deve essere equilibrata con la difesa di ogni altro diritto importante.

C’è una consultazione, fino a fine settembre. C’è la possibilità di ricorrere all’Europa. C’è la possibiltà che il Parlamento intervenga.

Sicuramente ci sarà ancora una volta una precisa presa di posizione degli internettiani più avvertiti. Sicuramente i giuristi più esperti chiariranno il loro pensiero e daranno suggerimenti (Scorza). C’è già stata mesi fa una petizione molto autorevole e una risposta dell’Agcom (Sitononraggiungibile). Nexa segue la vicenda. L’Agcom ha organizzato un workshop e pubblicato le relazioni. Ma ora è tempo di riprendere il discorso. E vale anche la pena di studiare il modo di ricorrere al parere delle autorità europee.

Una gestione diequilibrata della normativa sulla rete rischia di rovinarla. Come l’ipersfruttamento delle multinazionali. Come l’eventuale chiusura della neutralità della rete da parte delle telco. Come la paura diffusa di essere intercettati.

Una volta ci si doveva difendere solo dai criminali che iniettavano virus in giro e facevano commercio di materiali piratati o di carte di credito. L’Nsa ha cambiato lo scenario. Le regole in rete devono essere equilibrate: perché la rete è un ecosistema.

Speriamo che non ci si debba difendere anche da chi dovrebbe difenderci.

update: leggo un interessante approfondimento su Medialaws. Le perplessità crescono.. Di sicuro, non è vero che un qualunque intervento a favore del diritto d’autore è un buon intervento. Se fosse vero, come dice Bellezza, che questo provvedimento proposto dall’Agcom introduce tutte queste ambiguità, non farà bene né a internet né ai detentori del diritto d’autore.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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