Lera Boroditsky, psicologa a Stanford, conduce la sua ricerca su come il linguaggio dà forma al pensiero. Un caso di studio potrebbe essere il pensiero in un paese che non fa che discutere di “escort”, “moralità pubblica” e “spazzatura”. Non immotivatamente.
29/07/2009 09:29
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Le parole modellano il pensiero
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Vero, anche se forse continuare a perseguitare così uno che, alla fine, cosa ha fatto, si è fregato un po’ di soldi (dovete capirlo, gestire un budget di 25 milioni di euro, come giustamente ricorda Gad, di questi tempi, con i margini che crollano, non permette troppe scremature, e uno ha le sue esigenze, a ognuno secondo i suoi bisogni, lo diceva anche Marx) truccando le note spese per poi farsi beccare con le mani nel sacco e farsi buttare fuori, è un po’ esagerato… Alzi la mano il chirurgo (stavo per dire il candidato alla segreteria del PD…) che non lo ha mai fatto ! Insomma sì, un po’ più di indulgenza verso i chirughi, e anche verso i divorziati: povero Pierferdi, ma cosa vi ha fatto di male ? Vabbè, sta con la figlia di un Caltagirone che si chiama Azzurra. Però, solo per questo (la poteva chiamare Rossa, no ?, oppure Verde, ma Verde Scuro, che Verde Chiaro, mammamia signora mia) continuare a ricordare che è un cattolico divorziato.. essù. Già i vescovi tuonano tutti i giorni contro di lui per il suo proclamarsi a difesa della famiglia. Un po’ di rispetto per la privacy. Poi vedete come va a finire con tutta questa cocotterie: ora gli italiani pensano che il culatello sia il sedere dei bambini ! La pedofilia dal salumiere ! Contenti ?
In effetti siamo tutti un po’ stufi. Delle parole, e dei fatti.
Linguaggio e pensiero entrano in un feedback reciproco,, modellandosi a vicenda. Chomsky aveva visto bene, ma a mio parere solo in parte. Le parole, e i discorsi complessi che ne scaturiscono, sono i mattoni semantici delle nostre strutture mentali. Il problema non è solo quali parole si usano in una società, ma il continuo ridefinire le parole e quindi i concetti da parte del potere. Sono state ridefinite parole fondamentali come “libertà”, stravolgendola fino a decadere nel “Popolo delle libertà”.
Ricordo esempi di utilizzo truffaldino delle parole “emozioni” e “cuore” da parte dei politici. La manipolazione delle parole è arrivata a livelli forse mai visti fin’ora. Mi auguro un neo-Confucio che possa ridare i significati originari alle parole.
Più che Chomsky, che con il suo innatismo delle strutture sintattiche può accettare questo discorso solo in modo limitato, io parlerei più di De Kerkowe (prima che si mettesse a fare il tuttologo) e le sue ricerche sull’influenza sulle strutture celebrali da parte del linguaggio. Un test divulgativo in materia è il classico “La civilizzazione video-cristiana”.