Finora è andata così, mi pare. In Occidente, la battaglia legislativa per il controllo di quello che si pubblica in rete vive di un lavorio vagamente clandestino dei politici sensibili alle richieste delle lobby più attive in questo settore, che però prima o poi si traduce in proposte di legge ed emendamenti delle quali quasi sempre qualcuno si accorge prima che vengano approvate: questi dà l’allarme e genera una fiammata di attenzione nella rete fino a che le proposte sono accantonate o ridimensionate. E il processo ricomincia. (dopo Sopa, Pipa, Fava, ora si parla di Acta).
Ma nello stesso tempo, i governi intervengono costantemente su casi particolari. Ed è interessante dare un’occhiata al rapporto che Google pubblica in questo senso. Un rapporto esplicitamente incompleto ma comunque significativo. Nella sintesi non mi pare si parli di Wikileaks. Ma si parla di una richiesta americana per rimuovere un video relativo a comportamenti brutali della polizia che Google non ha rimosso. E si parla anche di un caso italiano sull’ex primo ministro. (Transparency Report). Ma c’è anche una mappa più completa.
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