Con la scelta dei sottosegretari si è conclusa la formazione del nuovo governo (Sole). E non c’è nessuno cui sia stato affidato il compito di gestire l’agenda digitale italiana. È una sorpresa. Non facile da digerire (Longo e Mac-e-Martello).
Ci sono due possibilità. Nella prima ipotesi, l’agenda digitale è una tale priorità del governo che non viene considerata come una funzione specialistica da affidare a un sottosegretario ma le azioni che richiede vengono assunte dalla collegialità del governo (infrastrutture e banda larga, istruzione e analfabetismo funzionale e tecnologico, sviluppo e facilitazione per l’avvio di nuove imprese, fisco e definizione delle aliquote nell’ecommerce, e così via). Nella seconda ipotesi, internet continua a essere vista come un giochino per amanti di Facebook, vagamente pericoloso per quelli che lavorano sui media tradizionali, poco comprensibile e dunque poco prioritario, e così via.
Eppure, il professor Monti conosce bene la Kroes, la McKinsey, e tutti gli studi che dimostrano come l’investimento nello sviluppo dell’economia digitale sia una delle migliori chance per il rilancio della crescita. Secondo questi studi, compresi quelli citati su Nòva24 domenica scorsa, le misure comprese nell’agenda digitale europea incentivano la nascita di nuove attività imprenditoriale, creano posti di lavoro, alimentano la crescita del Pil, migliorano l’inclusione sociale, diminuiscono l’analfabetismo, migliorano la trasparenza e la qualità delle pubbliche amministrazioni, con un ottimo rapporto tra investimenti e risultati.
Vale la pena di sperare che sia giusta la prima ipotesi.
Auspicando vivamente la prima ipotesi, con un esecutivo che lavora da due settimane e una squadra di sottosegretari e viceministri che giurerà domani, io non mi aspetto di vedere oggi un’agenda digitale italiana, ma me l’aspetto a breve termine, proprio perché non è possibile ignorare indicazioni e moniti che vengono dalla Commissione Europea.
Escluderei che questo governo, guidato da un ex commissario europeo e autore del libro bianco “Rapporto sul futuro del mercato unico”, eluda le sollecitazioni provenienti da più fronti (tra cui Neelie Kroes) per quanto riguarda le strategie digitali.
Sicuramente la strategia digitale dovrà essere espressione di questo esecutivo, ma qualcuno dovrà esserne il motore e forse potrebbe farsi carico di questo compito direttamente Corrado Passera, dato che nella sua squadra di vice e sottosegretari non sembrano esserci competenze specifiche (a meno che non si voglia considerare che Ciaccia fu capo gabinetto alle Poste e Telecomunicazioni)…
Se si vuole puntare sulla crescita non credo si possa ignorare il digitale.
Speriamo che il governo ne sia consapevole.
Ma ben vi sta, innomorati delusi (come al solito). Molto meglio l’analogico dell’aumento delle tasse sulla casa, perchè sono immobili e non scappano. Being solid (Nicholas mi perdoni).
Ma ben vi sta, innomorati delusi (come al solito). Molto meglio l’analogico dell’aumento delle tasse sulla casa, perchè sono immobili e non scappano. Being solid (Nicholas mi perdoni).
@ db, nulla di personale, ma mi sembri quel tale che diceva “si adesso non mi guarda nemmeno, anzi mi schifa, ma mi aspetto che nel breve non possa non accorgersi di me, perchè mi aspetto che la segnalazione che sicuramente le farà sua zia…”