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Twitter frena gli sviluppatori

Twitter ha avvertito gli sviluppatori che non lascerà più la stessa libertà agli sviluppatori che fanno interfacce per usare la piattaforma. Il motivo è rendere la vita più facile agli utenti. Ma la comunità di sviluppatori non è certo molto contenta.

Ogni piattaforma privata tiene il suo ecosistema in scacco. E può cambiare politica quando vuole. La sola piattaforma che garantisce a chi sviluppa la libertà di creare in base a una propria idea e di stabilire la propria strategia è internet, fino a che sarà mantenuta la neutralità della rete.

Ecco il commento di Dave Winer. “The [wide open] Internet,” writes
epoch-defining innovator Dave Winer about the news, “remains the best
place to develop because it is the Platform With No Platform Vendor.
Every generation of developers learns this value for themselves.”

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  • Tirare in ballo la “net neutrality”, messa cosi’, mi pare improprio, e a mio parere non fa che generare confusione. Anzi, diciamo proprio che non c’entra un tubo.
    “Internet” non e’ una “piattaforma”. E dire che “Internet remains the best place to develop” sinceramente mi sembra un’affermazione cosi’ vaga da avere ben poco senso. Cosa significa? che e’ meglio sviluppare applicazioni basate su standard pubblici piuttosto che su piattaforme proprietarie? beh, probabilmente si’. e allora? Cosa c’entra questo col fatto che Twitter metta dei limiti su cosa si puo’ e cosa non si puo’ fare con la LORO piattaforma?
    In nome di questa fantomatica “net neutrality” si continua a fare confusione e ad assumere che chiunque ponga un’applicazione sulla rete debba per forza renderla “open”.
    Quando si parla di “net neutrality”, bisognerebbe, poi, ricordarsi anche di COS’E’ questa Internet. Internet e’, come dice il nome, un’INTERconnessione di reti (non una “piattaforma”), le quali, per la stragrande maggioranza, sono manutenute da aziende *private*, che quindi fanno i *propri* interessi, cioe’ generare utili. Questo ci puo’ piacere o non piacere, ma e’ lo status quo. E pretendere che Internet sia una “piattaforma” dove ognuno fa quel che gli pare e’ semplicemente un sogno irrealizzabile, a meno di sovvertire completamente lo status quo di cui sopra.

  • @marco: concordo con te.
    Penso che proprio l’illusione di un’intera economia basata sull’apparente gratuità sia la prima responsabile del fraintendimento circa la “net neutrality”. E’ un discorso complesso. 🙂

  • Salve, chi segua questo blog sarà certamente al corrente del fatto che il suo tenutario (come direbbe mantellini) è molto laico sulle ideologie, comprese quelle informatiche.. Un libro come edeologia, critica del fondamentalismo digitale scritto molti anni fa non era segno di sudditanza ai pregiudizi… Ma vabbè… Usando la parola piattaforma per definire twitter in questo post non ho stupito i commentatori che evidentemente non hanno colto nella ripetizione piattaforma riferita a internet poche righe sotto il senso di tecnologia sulla quale si sviluppano applicazioni varie. Lo standard aperto consente molte innovazioni diverse da quelle consentite dalle piattaforme proprietarie, che però hanno il carattere di poter arbitrariamente cambiare le regole del loro gioco, il che mette in difficoltà chi sviluppa contando sulla stabilità di quelle regole. In quanto tecnologia sulla quale sviluppare applicazioni, internet neutrale garantisce che non ci possano essere troppe arbitrarietà nelle regole. Che poi si possa discutere sulla neutralità e sui suoi molteplici significati èaltrettanto chiaro. Come del resto si è fatto anche in questo blog. Ma che il principio della neutralità sia fondamentale sta una mia modesta convinzione (non solo mia): perchè se le aziende che offrono il servizio di connessione sono obbligate a rispettare la neutralità, faranno i loro conti e ci staranno dentro, ma non potranno frenare l’innovazione in modo arbitrario. Nel lungo termine sarà un vantaggio anche per loro, per la sanità dell’ecosistema dell’innovazione che si sviluppa sulla rete neutrale, ma poichè spesso vivono di sollecitazioni di breve termine è bene che la neutralità le aiuti a non cadere in tentazione. Imho.

  • @debiase: tutto il discorso sulla NN 🙂 e la sua debole attinenza col “caso Twitter” in questione si regge purtroppo su un assunto un po’ debole: “internet neutrale garantisce che non ci possano essere troppe arbitrarietà nelle regole”. Ecco, cosa vuol dire “troppe arbitrarieta’”? Chi decide cos’e’ “troppo”? Ma non e’ questo post il uogo dove discuterne, appunto.
    Tornando a bomba, personalmente ho “colto” benissimo la ripetizione del termine “piattaforma” riferito a Internet. E proprio per questo permango della mia opinione che si tratti di una dannosa semplificazione. Questa Internet e’ quella che ha permesso ad aziende come Twitter di nascere e prosperare: per questo non mi piace ora vederle contrapposte.
    PS: due note sul form dei commenti: pur cliccando su “Remember personal info”, le mie info non se le ricorda. 🙂
    Inoltre, se uno sbaglia a scrivere il captcha, la pagina d’errore mostra si’ un link a “return to original post”, peccato che il post pero’ e’ sparito e va riscritto. Perlomeno questo e’ quanto accade a me con IE8.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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