Al MOST si vede che il PNRR è servito. Droni, bici, mezzi industriali progettati negli ultimi tre anni offrono uno squarcio sul futuro della mobilità che va oltre la nostalgia preventiva dell’automobile a combustibili fossili che sembra prevalere nella politica euro-americana odierna.
La mobilità sostenibile è il fine. Le tecnologie sono i mezzi. Il fine qualifica i mezzi.
Se vogliamo una prospettiva disegnata dalla mera sopravvivenza di modelli industriali ecologicamente disastrosi e tecnologie socialmente costose, possiamo difendere l’esistente nascondendoci dietro il realismo.
Se vogliamo città più pulite e silenziose, se vogliamo attenuare il riscaldamento globale, se vogliamo riqualificare il tempo del commuting e razionalizzare la logistica, abbiamo un’industria straordinariamente ricca di innovazioni da costruire, con un gigantesco indotto in elettronica, intelligenza artificiale, urbanistica e altro.
Il fine guida il futuro, dice Enrico Giovannini intervenuto all’evento di presentazione dei risultatii di MOST a Roma.
Il futuro progettato può essere più intelligente del futuro aspettato o subito. O voluto dai potenti di un mondo che sta scomparendo.



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