The Future is Now! Il titolo paradossale della mostra che si può visitare al Maxxi di Roma (sala Sala Gian Ferrari e Sala Carlo Scarpa: 19 dicembre 2014 – 15 marzo 2015) ridefinisce la relazione con l’avvenire costringendoci a pensarla come conseguenza di ciò che facciamo nel presente.
THEFUTURE IS NOW MAXXI: Lim Minouk The Weight of hands 2006
Comunicato (versione non integrale):
THE FUTURE IS NOW!
Opere dalla collezione di New Media Art del MMCA, Corea
19 Dicembre 2014 – 15 Marzo 2015
www.fondazionemaxxi.it
People talk about the future being tomorrow, but the future is now!
Nam June Paik
Roma, 18 dicembre 2014. Più di trenta opere video e installazioni con diversi media, per raccontare la scena artistica coreana della New Media Art dalle opere pioneristiche di Nam June Paik alle sperimentazioni degli anni Ottanta, passando per la rivoluzione digitale e i cambiamenti culturali portati dalla rete e dai social network. E’ THE FUTURE IS NOW! La mostra organizzata dall’MMCA Museo Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Corea e coprodotta con il MAXXI che espone 41 opere di 33 artisti coreani dal 19 dicembre 2014 al 15 marzo 2015.Il 2014 è l’anno del 130 anniversario dell’inizio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea in seguito al trattato del 26 giugno del 1884. Da quel momento l’Italia e la Corea sono state strettamente legate e hanno lavorato costantemente per rafforzare l’amicizia tra i due paesi. Quest’anno entrambi i governi celebrano l’anniversario con molti eventi, di cui la mostra al MAXXI è uno dei momenti più significativi.
THE FUTURE IS NOW! presenta la collezione di New Media Art dell’MMCA con l’obiettivo di riflettere sui “futuri” analizzando la New Media Art dalla fondazione nel 1987 ad oggi. La mostra presenta non solo le opere provenienti dalle collezioni del museo, ma anche una vasta gamma di materiali audiovisivi.
Sembra un paradosso, ma se si sogna il futuro, bisogna concentrarsi completamente sul presente, perché sono le nostre scelte, decisioni e azioni di oggi a determinarlo. E’ questo il senso del titolo della mostra tratto dalla famosa frase di Nam June Paik con cui l’artista descriveva la sua idea di futuro.
Oggi sappiamo che le prime opere di New Media Art realizzate in tempi in cui c’era poca comprensione per questa nuova forma di espressione, sono il fondamento delle opere prodotte oggi, fatto che dimostra ancora come le azioni di oggi siano fondamento del nostro futuro.
L’esposizione realizzata nella Sala Gian Ferrari e nella Sala Carlo Scarpa è organizzata in quattro sezioni cronologiche: 1/I Pionieri della New Media Art in Corea, 2/La combinazione di Arte e Tecnologia: l’epoca dello sviluppo e della sperimentazione, 3/Lo sviluppo di internet e della New Media Art e 4/La cultura creativa nell’era del digitale.
Sezione 1 – I PIONIERI DELLA NEW MEDIA ART IN COREA
La prima parte della mostra presenta i lavori di alcuni pionieri coreani della New Media Art come Duck Jun Kwak, Hyun Ki Park e Nam June Paik. Organizzati in modo cronologico, questi lavori illustrano lo sviluppo di questa forma artistica in Corea a partire dalla metà degli anni Sessanta grazie a lavori pioneristici di Nam June Paik come Magnet, Zen for TV, e Highway Hacker.
Anche se Paik ha subito ottenuto un grande riconoscimento all’estero, all’epoca i suoi lavori furono esposti in Corea soltanto sporadicamente. Questa parte della mostra comprende anche i lavori di altri artisti che lavoravano all’estero come Kwak e quelle di artisti che vivevano e lavoravano in patria, e che stavano cercando di sviluppare una loro visione artistica come Hyun Ki Park.Sezione 2 – LA COMBINAZIONE DI ARTE E TECNOLOGIA: L’EPOCA DELLO SVILUPPO E DELLA SPERIMENTAZIONE
Negli anni Ottanta, la diffusione della tecnologia video aiuta la diffusione della video arte anche su larga scala: dai tre progetti satellite di Nam June Paik del 1984, 1986 e 1988, l’installazione Dadaikseon (The More The Better) realizzata nel 1988 all’MMCA, passando per il Daejeon Expo del 1993 e la Biennale del Whitney. Eventi che sono stati di ispirazione per gli artisti coreani e spingendoli a considerare i new media come una disciplina artistica, tendenza che culmina nel 1992 con la mostra New Visions New Voices, dove un gruppo di artisti nati negli anni Sessanta, mettono in mostra i loro lavori sperimentali che combinano arte e tecnologia. Questi artisti tra cui Kong Sunghoon, Yook Taejin, Kim Haemin sono parte di una vera e propria “generazione video” che sviluppa una nuova sensibilità nei confronti di questo mezzo, e che si cresce guardando una grande quantità di programmi televisivi e film di Hollywood.Sezione 3 – LO SVILUPPO DI INTERNET E DELLA NEW MEDIA ART
Con l’avvento del nuovo millennio, la rivoluzione digitale ha allargato in modo esponenziale l’accesso a internet e ha trasformato le modalità dell’arte contemporanea rendendo possibile la riproduzione illimitata di immagini, lo sviluppo di nuovi temi legati alla produzione e riproduzione delle opere, la possibilità di essere sempre connessi e raggiungibili, la globalizzazione.
Gli artisti nati nel 1970, che hanno cominciato le loro carriere alla fine degli anni Novanta, hanno creato lavori che riflettono il nuovo stato dell’arte in una società in cui internet, video e altri new media sono diventati strettamente connessi alla vita quotidiana di tutti. La video arte che una volta esisteva solo legata alla performance o alle installazioni, si è evoluta in una forma di arte indipendente, mezzo di riflessione dell’artista sulla società e pilastro della cultura visiva. Questi cambiamenti traspaiono dai lavori di Kim Sejin, Im Heungsoon, Ham Yangah e di altri. Per una generazione cresciuta nella cultura dell’immagine, i new media non sono più una forma espressiva sconosciuta ma uno strumento familiare, in grado di esprimere la società in cui operano.Sezione 4 – LA CULTURA CREATIVA NELL’ERA DEL DIGITALE
In seguito alla diffusione dei dispositivi digitali e dei social network, la società coreana ha sperimentato grandi cambiamenti sociali e culturali, come il tentativo di superare il neoliberismo economico attraverso la condivisione, la cooperazione e le comunità locali. Per quanto riguarda la creazione artistica, i tentativi di sperimentazione integrata tra arte, design e ingegneria si sono progressivamente incrementati. In questo contesto di sperimentazione si incontrano personalità come Moon Kyung won e Jeon Joonho che lavorano con esperti in vari campi dall’architettura, alla danza, al design, BANG & LEE che lavorando contemporaneamente sia sulle possibilità sia sui pericoli dei media dal punto di vista storico e artistico, e Everyware che tentano una via tecnologica più morbida che combini la sensibilità analogica e tecnologia digitale. E’ stato grazie alla collaborazione tra discipline che il suono e la performance sono entrate nel campo artistico e nello stesso modo l’analisi di possibilità, significati e limiti dei new media li ha inseriti in un ampio contesto culturale, non riducendoli a semplici novità espressive.La mostra è sostenuta dall’Ambasciata di Corea in Italia.
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