Imitando The Verge si può andare a vedere che cosa sa Google di noi. La famosa questione di quanto il motore di ricerca riesca a individuare gli interessi dei navigatori per proporre pubblicità mirata resta un tema interessante. Ma a quanto pare non ci prende molto. Lo diceva anche Maciej Cegłowski commentato tra gli altri da Ethan Zuckerman sull’Atlantic qualche tempo fa in un pezzo da leggere.
Ebbene, questi sarebbero i miei interessi:
Arts & Entertainment
Baked Goods
Beverages
Bicycles & Accessories
Books & Literature
Celebrities & Entertainment News
Coffee & Tea
Computer & Video Games
Cooking & Recipes
Crime & Justice
Cuisines
Dance & Electronic Music
East Asian Cuisine
Fast Food
Finance
Fitness
Food
Food & Drink
Humor
Hunting & Shooting
Mobile Phones
Movies
Music & Audio
Online Video
Pets & Animals
Pop Music
Rap & Hip-Hop
Restaurants
Search Engine Optimization & Marketing
Service Providers
Shooter Games
Social Networks
TV & Video
TV Comedies
TV Shows & Programs
Quello che colpisce non è tanto la minoranza di argomenti che mi interessano in questa lista. Direi che Google ci ha preso abbastanza nel 22% dei casi. Invece, devo ammettere che stupisce di più il fatto che abbia incluso argomenti che non mi interessano per niente e tanto meno in termini di pubblicità: il 57%.
In particolare non ho nessun interesse e anzi una certa repulsione per la caccia e i giochi sparatutto. L’unica cosa veramente esatta nella ricostruzione di Google è che leggo libri.
D’altra parte, per Google, Cegłowski è una donna mediorientale..!
Può essere consolante che tutto questo lavoro di sorveglianza dia risultati tanto sbagliati. D’altra parte Google mi chiede anche di aiutare a targettizzare meglio i miei interessi. Vabbè un’altra volta.
Questo è uno dei motivi per cui Facebook è in vantaggio su Google. Avere i dati già aggregati e consolidati direttamente dagli utenti (Mi piace) è un bel vantaggio.
Assolutamente d’accordo sul vantaggio di Facebook. Ma nella grande rete queste informazioni viaggiano davvero velocemente e purtroppo sono anche ben pagate.
Siamo merce di scambio, siamo traffico “di qualità”. Triste.
A presto,
Fabrizio.
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