Al Festival del volontariato si incontra la forza e la debolezza. La forza del numero e della rilevanza del volontariato, la forza della solidità intellettuale e della operatività pratica. La debolezza dell’attenzione che il volontariato conquista nel dibattito nazionale. Con grande intelligenza il ministro Giuliano Poletti e il premier Matteo Renzi sono qui: sono in un posto importante anche se non è considerato interessante dai media tradizionali che funzionano sulla struttura interessata e commerciale che è centrata – ancora – sulla logica della pubblicità. Un’eredità del vecchio regime dei media che la dinamica dell’attenzione fatica a superare.
Il volontariato non ha l’obiettivo di conquistare l’attenzione, a differenza della pubblicità. L’attenzione per il volontariato è casomai strumento per la raccolta delle risorse umane ed economiche che servono a raggiungere i suoi obiettivi. I media che possono aiutare il volontariato a raggiungere l’attenzione non sono quelli che si centrano sulla pubblicità ma quelli che si centrano sull’informazione che serve al raggiungimento degli obiettivi ai quali il volontariato è dedicato. Non mancano: sono i media civici, i siti pubblici, i siti delle associazioni che nel complesso raggiungono un numero enorme di persone, anche se ancora non fanno “agenda setting” e “framing”. Occorre aggiungere una coerente azione di creazione di contesti di senso, storytelling, framing: significa immaginare “format” per questo genere di media che si pongono al servizio del raggiungimento di obiettivi socialmente importanti (non al servizio della pubblicità). Le idee sono molte. Una continua ad apparirmi potenzialmente generativa.
Un format del genere può essere l’idea dell’informazione di mutuo soccorso: una pratica di documentazione continua su obiettivi e risultati delle azioni con la stessa prassi adottata nella scienza per documentare la sperimentazione che serve a verificare ipotesi e teorie. Un format orientato all’obiettivo di migliorare l’azione dei volontari aiutandoli ad accumulare esperienza e a proseguire l’azione contando sulla conoscenza dell’esperienza degli altri. Questo format potrebbe servire a connettere le molte presenze mediatiche che servono ai volontari e farne un insieme di grande impatto generale.
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