Tanti soldi: 19 miliardi di dollari più o meno. Tanti utenti paganti: 450 milioni di persone che spendono un dollaro all’anno per usare le chat e i messaggi di Whatsapp. Tanta crescita: erano 200 milioni solo qualche mese fa, ogni giorno gli utenti aumentano di un milione. Ormai il volume di messaggi scambiati su Whatsapp è grande quanto l’intero insieme di sms scambiati sui normali canali delle telco mobili. Un utente di Facebook vale quasi 7 dollari all’anno di fatturato con un paio di dollari di margine operativo. Whatsapp ha solo 32 ingegneri, niente marketing, niente sprechi, un margine probabilmente più alto.
C’è crescita elevata. C’è margine di profitto. C’è scalabilità. C’è un chiaro modello di business. Per Facebook è un ringiovanimento della base di utenti. C’è anche molto da innovare.
Se è bolla è una bolla diversa da quella delle aziende tecnologiche di fine millennio. La proiezione nel futuro dei profitti è enorme, ma non infinita come allora. C’è sicuramente un senso di vertigine di fronte a questi numeri e a questa dinamica. Ma non manca la possibilità di fare un ragionamento. E alla fine, la risposta è che si tratta di aziende costrette a innovare. Il rischio non è nel modello di business attuale, o nella valutazione abnorme, ma nella capacità di queste aziende di restare innovative. E di garantire gli utenti di fronte alle preoccupazioni per la loro sicurezza, privacy e qualità della vita. Ma questa è un’altra storia.
Vedi anche:
Facebook
Sequoia
Statistiche FB
Notizia di ieri
Whatsapp
Zuckerberg.
Che in particolare dice:
WhatsApp will complement our existing chat and messaging services to provide new tools for our community. Facebook Messenger is widely used for chatting with your Facebook friends, and WhatsApp for communicating with all of your contacts and small groups of people. Since WhatsApp and Messenger serve such different and important uses, we will continue investing in both and making them each great products for everyone.
Caro Luca, apriamola questa storia della possibilità di social networking (e conunicazioni) che possano garantire gli utenti rispetto a privacy e sicurezza.
Carola Frediani fà una rassegna di progetti in tal senso: http://techpresident.com/news/weogv/24759/making-NSA-proof-social-networking-mainstream
E noi abbiamo questo progettino di ricerca:
http://www.openmediacluster.com/en/user-verifiable-social-telematics-project/